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Il dott. Carù ricorda: "Con Kanu Moratti fu un signore"

di Christian Liotta

Nwankwo Kanu e Khalilou Fadiga, due giocatori accomunati dallo stesso destino: arrivare all’Inter e vedere la propria avventura in nerazzurro fermarsi per via di un problema al cuore che poteva mettere a repentaglio la vita di entrambi. Sia al nigeriano, arrivato nel 1996, che al senegalese, acquistato nell’estate del 2004, infatti, furono riscontrate delle anomalie cardiache congenite non appena sostenute le visite mediche all’Inter. Il professor Bruno Carù, cardiologo di fama internazionale già al fianco di Inter e Olimpia Milano, curò entrambi i casi e ricorda a La Tribù del Calcio: “Dagli esami emerse l'urgenza di un intervento chirurgico per correggere l'anomalia. Conobbi il presidente dell’Inter Massimo Moratti proprio in quella circostanza. Devo dire che si comportò da vero signore, davvero mi tiro giù il cappello di fronte a lui. Si rese conto della serietà della situazione e disse subito che la cosa più importante era pensare alla salute del ragazzo. Mi chiese di informarmi sulle migliori strutture esistenti al mondo per curare questi problemi. Fui io a individuare la Cleveland Clinic. Andammo io, Kanu e Gianmaria Visconti di Modrone, all'epoca vicepresidente; lì fecero davvero un'opera d'arte, ricucirono la valvola alla perfezione”. Moratti, lo ricordiamo, sostenne di tasca propria le spese per l’intervento chirurgico per Kanu, che tornò in campo nella stagione 1997-1998.

In quanto al caso Fadiga, Carù aggiunge: “Il ragazzo aveva delle anemie importanti. Decisi di consultare un elettrofisiologo di Maastricht, in Olanda: dopo qualche giorno contattatai il medico chiedendogli l’esito, e lui mi disse di non aver riscontrato alcun problema. Stupito, gli chiesi di mandarmi tutta la documentazione per fare dei confronti, ma non ricevetti nulla. Allora decisi di non fidarmi e fermai il giocatore”. Un altro giocatore che fu protagonista di un caso simile fu Taribo West, l'eccentrico difensore nigeriano passato anche dal Milan: "Lui presentava dei fenomeni di aritmia totale, per alcuni momenti il cuore andava letteralmente fuori posto per poi normalizzarsi. Mi resi conto che la situazione non era normale, e lui per tutta risposta mi disse che gli avevo messo io il diavolo nel cuore...". 


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