Il dramma di Guarin: "Sono un alcolizzato, anche se in via di guarigione. Cordoba e Zanetti mi sono stati vicini"
Fonte: Sky Sport
Da un passato da calciatore importante a un presente segnato dal dramma dell'alcool. Ai microfoni della rivista colombiana Semana, Fredy Guarin racconta: "Sono un alcolizzato, al cento per cento. E lo ammetto. Sono dipendente dall’alcool ma in via di guarigione. La verità è che mi sono lasciato distrarre. Mi sono aggrappato all'alcol, ho commesso molti errori, ho preso decisioni sbagliate e ferito molte persone, facendo star male i miei cari e la mia famiglia. Sono stato vicino alla morte perché non avevo rispetto e limiti, mi lasciavo cadere sempre di più in quell’abisso. Ho bussato alle porte dell’inferno. Non misuravo i rischi da ubriaco. Sono stati momenti dolorosi. Io ho una paura tremenda di due cose: la morte e il carcere. Me lo sono anche tatuato addosso. E invece senza saperlo vivevo in un carcere condannato a morte”.
Guarin però sottolinea come molti suoi colleghi gli abbiano dato una mano: "So chi c'era nei miei momenti peggiori. Mi sono stati vicini Falcao, James Rodriguez, Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Cordoba. Loro c’erano in quei momenti bui, erano disponibili per aiutarmi. Altri, senza dire una parola, sono spariti. Non erano amici". La sua volontà, però, è quella di non mollare con il calcio: "Non mi sono mai ritirato ufficialmente. Voglio tornare a giocare a livello professionistico, il mio sogno è chiudere la carriera con dignità”.