Jimenez, rivelazioni shock: "Partite truccate quando giocavo alla Ternana, mi volevano uccidere"
Sono destinate a far discutere le dichiarazioni rilasciate dall’ex calciatore Luis Antonio Jimenez, che in carriera ha vestito le maglie di Inter e Ternana. Intervistato dal canale YouTube Vamo A Calmarno, Il Mago ha raccontato un episodio sconcertante: "Giocavo nella Ternana. Una volta entrai, segnai, e il portiere della mia squadra – della mia! – mi voleva uccidere. Eravamo d’accordo per pareggiare, io segnai e quindi gli altri avrebbero dovuto segnare un gol. Io però non lo sapevo, erano le mie prime partite in Italia. Volevo mangiarmi il campo e me lo dissero solo dopo".
Ma non è tutto. L’ex centrocampista cileno ha puntato il dito anche contro una partita chiave della stagione 2003-2004 in Serie B, giocata a Bergamo contro l’Atalanta. "In un’altra partita eravamo primi in B con la Ternana, affrontammo l’Atalanta che era seconda. A Bergamo era una festa, vista l’amicizia tra le due tifoserie. Ricordo che presi palla e mi conquistai un rigore. I miei compagni, gli avversari, tutti allo stadio iniziarono a gridarmi contro. Ricordo anche che quando il mio compagno trasformò il rigore, anziché esultare, si mise le mani sul volto. Avevo preso un duro colpo in occasione del fallo da rigore e, mentre uscivo dal campo, il dottore mi disse che la partita era sistemata, di non entrare più in area di rigore."
La gara, per la cronaca, terminò 1-1, con un rigore trasformato da Zampagna all’87’ e il pareggio firmato da Budan all’89’.
Infine, Jimenez ha allargato il discorso alla realtà del calcio italiano di quegli anni: "In Cile qualcosa del genere non mi è mai successo. In Italia alla fine molte partite erano sistemate, c’era molta mafia... Oggi meno, perché tante persone, ex calciatori e dirigenti sono stati puniti e non possono più lavorare nel calcio. È stato veramente pesante per me che ero agli inizi e volevo arrivare al top del calcio italiano."