Leonardo: "Io dal Milan all'Inter, a cambiare tutto fu Moratti ma non solo"
di Christian Liotta
È rimasto male al derby con lo striscione "Giuda interista"?
"Ce ne sono altri molto peggiori. Sicuramente era un modo di esprimere un disappunto, un tradimento. Avendo vissuto quel che ho vissuto, ho pensato che ci sia stato qualcosa di positivo. Quel che mi ha colpito era il clima allo stadio. Incrociare le persone che conoscevo da 20 anni e non sapevano cosa fare. È stato abbastanza surreale. Quando sono arrivato all'Inter eravamo tredicesimi, è stata una cavalcata e avevamo due punti di distacco. Anche quella era una finalina, c'erano tante cose lì dentro. A me è dispiaciuto per i giocatori dell'Inter, perché avevo compromesso la situazione. Pato fa gol dopo tre minuti, sono stati novanta di tutto e di più".
Dopo qualche mese addio all'Inter.
"Ci sono tanti motivi anche lì. In verità io ricevo una chiamata del possibile acquisto del Paris Saint Germain e avevo voglia di incontrare, parlare. Ho giocato e ho fatto il dirigente del Milan, per raccontarmi il progetto PSG. Dall'inizio io dico no. Il presidente Moratti stava sapendo tutto questo, è stato un percorso di chiamate e tentativi. Eravamo in Sardegna, dopo avere vinto la Coppa Italia. Moratti mi dice di andare a vedere cos'era. Alla fine era il nuovo progetto del PSG, volevano la mia disponibilità per cominciare con loro. Io torno e racconto al presidente, lui mi chiede cosa voglio. Sinceramente non lo sapevo, sto facendo l'allenatore, ma è cominciare un qualcosa di diverso, a Parigi, dove ho giocato. Io mi sento un po' più dirigente, anche se sto facendo il tecnico. E lui dice: 'Io accetto qualsiasi decisione, troviamo una maniera di cambiare e di fare'. Questa sua apertura mentale la ammiro tantissimo, alla fine accetto e torno a fare il dirigente e comincio al PSG".
(Fonte: TMW)
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