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Lucio: "Quanti richiami per le mie scorribande in attacco, eppure segnavo spesso. Sul futuro..."

di Antonello Mastronardi

Intervistato da Globoesporte, l'ex difensore di Inter e Juventus Lucio ha raccontato la sua carriera ricca di successi, dagli albori sino ai nostri giorni, che vedono l'ormai trentanovenne centrale militare nel Gama, piccolo club brasiliano. Ecco alcuni passaggi salienti: "Per essere un difensore, ho sempre segnato molto. In generale, salivo molto in attacco, cosicché tanti allenatori mi richiamavano all'ordine. Era una cosa che in Nazionale evitavo, perché lì giochi solo poche partite e rischi di far danni. Nei club, invece, hai molte più gare per recuperare eventuali disattenzioni. In Germania, in particolare, ho vissuto i due estremi. Al Bayer Leverkusen, quando arrivai nel 2001, mi chiedevano di andare in avanti, specialmente quando si stava perdendo e c'era bisogno di rimontare. Al Bayern, invece, mi dicevano spesso di prendere fiato, di risparmiare le forze per difendere. Grazie a Dio, nella maggior parte delle volte che sono andato ad attaccare, ho aiutato a far gol o ho segnato io stesso, ma c'erano molti allenatori che mi tiravano le orecchie e dicevano di restare dietro. Il futuro? Spero di poter giocare anche il prossimo anno: ho un contratto col Gama fino ad aprile e alcuni discorsi in essere con altri club. La mia priorità è quella di continuare a giocare, senza troppe pretese economiche. Il calcio, d'altra parte, mi ha cambiato la vita, rendendomi campione del mondo (nel 2002, ndr) e facendomi vivere tante esperienze con molti titoli. Soprattutto, ho imparato ad essere un uomo, un cittadino, un padre di famiglia. La palla per me va oltre il campo".

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