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Luis Miguel Rodríguez, meteora dell'Inter giovanile ai tempi di Moratti: "Era un altro mondo. Oggi rifarei tutto"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Engangche

Luis Miguel Rodríguez, calciatore argentino classe '85 in forza al Colon, in un’intervista rilasciata all’Engangche, rubrica sportiva argentina, ha raccontato del suo veloce trascorso all’Inter. Un’esperienza piuttosto fugace che però ricorda con affetto e qualche rammarico.  

“Non appena mi sono trasferito nella pensione dell'Inter, mi hanno dato due borse piene di vestiti, con diverse paia di stivaletti, pantofole. Tutto è stato incredibile, come se fosse un altro mondo. Però, qualcosa di strano è successo durante la notte e siamo dovuti andare via”. 

Erano tempi in cui l'Inter di Moratti era piena di star, quello che gli è rimasto più impresso è stato Oba Oba Martins: "Era un giocatore impressionante, dribblava tutti. È stata una storia molto bella, un'esperienza unica, in un posto unico. È un ricordo speciale della mia carriera. Non potevo giocare a quel livello e però mi è rimasto un po’ il dubbio. Sentivo di poter giocare lì, forse non all’Inter, ma in altri club italiani, un passo più in basso”.

In verità, Rodriguez racconta di non aver mai capito cosa non sia davvero andato all’Inter né per quale motivo l’agente lo portò lì. “Lo stesso ragazzo che ci aveva portati lì, ci ha portati a Craiova con la promessa che avremmo avuto 500 dollari al mese, cosa mai successa. Lì ho avuto un brutto momento, perché eravamo soli, non capivamo una parola ed eravamo senza soldi".  

Una volta tornato in patria la sua intenzione era quella di non lasciare più il Tucumán ma ripensando a quell’avventura in Italia, ha qualche rammarico. A quell’epoca era un ragazzo con pochissime conoscenze, che ha ignorato molte cose, anche a causa della paura della lontananza da casa. “Se fossi un ragazzo e avessi di nuovo quell'opportunità, non esiterei a fare ciò che ho fatto di nuovo. Mi ha permesso di conoscere l'Europa ed essere all'interno di uno dei club più importanti del mondo.

Quando fu all’Inter fu persino invitato da Zanetti ad festa della Fondazione Pupi “Quando eravamo lì, lui e sua moglie Paula ci hanno trattato come se fossimo di famiglia. Ha dato a ognuno di noi una maglia della sua Inter, che in casa ne aveva diverse. Ma non abbiamo mai più avuto contatti".

Egle Patanè

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