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Mancini, i retroscena dell'addio al Galatasaray

di Francesco Fontana
Fonte: TuttoMercatoWeb.com

Consulente sportivo di Roberto Mancini al Galatasaray, uomo che ha portato con l'avvocato Silvia Fortini il tecnico in Turchia, Nicola Innocentin racconta per Tuttomercatoweb.com retroscena e aneddoti sul freschissimo addio dell'allenatore. "La sua motivazione di venire a Istanbul era forte, voleva fare qualcosa di importante al Galatasaray. E' un club con grande seguito non solo in Turchia ma in tutta Europa. A Istanbul c'è in primis il Galatasaray, è una città caldissima: ne parlammo la prima volta e convenimmo che potevamo portare qualcosa di nuovo, un'immagine diversa. Gli occhi di tanti erano in Turchia perché c'era Mancini; ha fatto tante conferenze dove gli si chiedeva come il calcio potesse crescere".
Come?
"Stadi e modificando le regole sugli stranieri sul mercato. Si sovravvalutano giocatori turchi, che da noi sarebbero valutati un terzo. Il calcio turco potrebbe crescere tanto, così".
Via coi nomi, con le strategie.
"La prima cosa fatta, insieme a me, che mi ero trasferito a Istanbul, è stato scouting mirato su giocatori turchi con doppio passaporto. Cercavamo rinforzi senza togliere posti da extracomunitari. Uno dei primi profili individuati è stato Calhanoglu dell'Amburgo, che era interessato a venire. E' in ascesa ma aveva dato il suo assenso. Poi Rhodolfo, del Gremio, che seguiva anche la Juventus. Ha pensato a Guarin, quando si è rotta la trattativa tra Inter e Juve ma non c'erano le risorse promesse, lì se n'è accorto".
Promesse mancate alla base del'addio.
"No a Calhanoglu, a Rhodolfo, a Guarin... Sono svanite possibilità importanti, anche Peluso per la difesa dalla Juventus. Niente, non sono state mantenute delle promesse. Pensavano a Gomis, ad Eto'o, ma Mancini voleva ringiovanire il gruppo. Pensavamo a Gabbiadini, ma non se n'è fatto di niente. E poi ancora: D'Ambrosio, Doria del Botafogo. Avevo fatto una verifica per Laporte dell'Athletic Bilbao, piaceva tantissimo ma ha una clausola da 39 milioni di euro. Volevamo anche Gokhan Inler, ha il doppio passaporto; Max Meyer dello Schalke 04... Tutti nomi importanti ma... Ma la società non poteva...".
Per lei come è andata?
"E' stata un'esperienza bella. Sono arrivati altri tecnici stranieri, come Bilic, Arveladze, Roberto Carlos. Tanti allenatori, ex calciatori importanti, che hanno portato il loro know how in una terra nuova e sul campo hanno lasciato cose importanti. Il lavoro fatto da Mancini, da Carminati, da Lombardo e da Salsano è stato importante, tutti si sono resi conto del loro lavoro".
Che ne sarà, ora, di Mancini?
"Ci sono dodici club al mondo dove può andare. Ora sceglierà in base alle potenzialità del progetto; in Turchia ha fatto una scelta atipica, non è uno che va un anno per andarsene. Va per creare qualcosa, avrebbe voluto farlo anche ad Istanbul".
Che offre il mercato turco, che lei conosce a menadito?
"Salih Ucan, Gokhan Tore, Unal del Bursaspor, un '96 che piace alle top europee. E' un mercato che, anche grazie alle filosofie portate da Roberto, sta sfornando talenti importanti".


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Lunedì 16 dicembre