Mancini versione social: "Prediligo Instagram. Mi piace leggere i commenti dei fan, l'interazione ci avvicina"
Il Roberto Mancini calciatore e allenatore ormai non ha segreti, è un personaggio ampiamente conosciuto e la sua tendenza a dire ciò che pensa in modo schietto rappresenta anche un suo punto di forza. Ma qual è il rapporto tra l'ex allenatore dell'Inter e i social media, dove lui è ampiamente presente? L'Osservatorio Social Media Manager lo ha chiesto direttamente al tecnico jesino:
In questi giorni è stato coinvolto in un simpatico siparietto social con i suoi follower: è riuscito a trovare i biglietti per Celtic-Zenit?
"Sì, è stata una cosa molto divertente, quando si può fare è molto piacevole. Ci siamo sentiti su Instagram e abbiamo trovato il modo per incontrarci nel nostro ritiro scozzese. Erano tifosi molto educati e simpatici".
Sui social lei è molto seguito: qual è il rapporto con i suoi fan?
"Bello, mi piace leggere i loro commenti. L’interazione attraverso i social è una cosa nuova che avvicina i tifosi al personaggio pubblico, ai propri beniamini. La rete è una piazza virtuale dove si può trovare tutto e il contrario di tutto: l’elogio, il gossip, la critica. Però come nella vita non tollero la maleducazione e gli insulti".
Lei è da poco uscito con una nuova versione del sito ufficiale, è presente su Twitter, Facebook, Instagram e Youtube: qual è il suo social preferito?
"Devo ammettere che prediligo Instagram: lì trovo non soltanto i fan, ma anche i miei amici, colleghi, ritrovo gente che non sentivo da anni. Penso sia il canale social attraverso cui riesca ad emergere di più la personalità. Nel tempo libero mi diverto con qualche post da San Pietroburgo".
Sul web viene tutto molto amplificato. Come reagisce alle critiche negative, le è mai capitato di rispondere a un commento non positivo di suo follower?
"È quello che dicevo prima: bisogna conoscere lo strumento che si ha di fronte e sapere a cosa si va incontro. I social non sono il nemico, sono un’opportunità di comunicazione. Piuttosto bisogna saper gestire chi li usa male. Molte volte c’è la tentazione di rispondere a commenti sopra le righe, ma chi fa il nostro lavoro deve saper controllare e gestire le situazioni".
Ci sono differenze fra l'utilizzo che fa dei social come personaggio pubblico e come privato?
"Non penso, cerco di essere me stesso sempre. Non mi dispiace condividere con i follower anche alcuni selezionati momenti di vita privata. Avvicinano il “personaggio” alla gente, perché anche noi siamo persone comuni. Per cui non ho problemi a mostrarmi a casa mentre faccio gli auguri di Natale o mentre festeggio il compleanno di mio padre con amici e parenti".
Lei ha girato mezza Europa: ha notato differenze nell’utilizzo dei social?
"Forse alcune situazioni che oggi in Italia sembrano innovative in Inghilterra sono consolidate da tempo. Non parlerei di vere e proprio differenze, ma qualche elemento distintivo esiste"".
Oggi si parla molto degli infuencer: lei si ritiene uno di loro?
Non lo so. Faccio l’allenatore e quindi molti tifosi si ritrovano nei miei risultati e mi seguono. Sui social molto del mio lavoro viene raccontato e condiviso con i tifosi. Sicuramente dobbiamo essere responsabili di quello che scriviamo e postiamo".