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Monachello da Donetsk: "Inter, pensarci prima?"

di Christian Liotta

Dalla Sicilia all'Ucraina, passando per la Milano nerazzurra. E' lo strano giro d'Europa di Gaetano Monachello, ex attaccante delle giovanili nerazzurre, che dopo l'esperienza in nerazzurro, con parentesi a Parma, è volato in Ucraina per vestire la maglia del Metalurg Donetsk, seconda squadra della città dietro al colosso Shakthar. Nonostante l'ingombrante convivenza, il club appare molto solido, come racconta lo stesso Monachello alla Gazzetta dello Sport edizione Milano: "Ho un buon contratto, posso aiutare la mia famiglia. Poi l'esperienza forma, ho imparato l'inglese e dico anche qualcosa in russo. Mi sarebbe piaciuto rimanere a Parma, ma hanno sparato una cifra alta. Il mio agente mi ha proposto questa meta, sapevo che mi seguivano e ho detto subito sì. Meglio qui che nelle nostre giovanili, una volta venivano fuori Balotelli, Santon, Destro. Oggi il livello si è abbassato".

Monachello racconta quello che è stato l'impatto con la nuova realtà e soprattutto con le abitudini alimentari ucraine: "Pazzesco, per me era stato difficile abituarmi a Milano figuratevi qui. Faccio colazione e mi portano uova e prosciutto, chiedo latte e cereali e mi portano i maccheroni. Qui mangiano così, zuppe, uova, cioccolato. E la pasta la usano come contorno". Intanto, però, nell'Inter i suoi coetanei muovono passi importanti, a partire da Luca Garritano col quale formava una coppia d'attaccanti micidiale. Ma Monachello, pur ricordando con affetto Andrea Stramaccioni ("Brillante, intelligente, preparato. Gli piacevo") non risparmia un messaggio alla sua vecchia società: "Potevano aprire prima gli occhi. O lasciarmi a Parma, per me era uguale. In Italia come a Donetsk ho sempre lottato e non finisco certo ora". 


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