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Schelotto: "All'Inter dai giocatori del Triplete ho capito come imparare dagli errori. Milito è un idolo"

di Egle Patanè

A otto anni dal gol, probabilmente più memorabile della sua carriera, Ezequiel Schelotto ha giocato la sua prima partita con la maglia del Racing di Avellaneda. Il centrocampista argentino ha rilasciato un'intervista a La Nacion, durante la quale ha parlato dell'Italia e del suo periodo all'Inter: "L'Italia è la mia seconda casa, perché mi ha aperto le porte quando ero molto giovane, a 18 anni, e non parlavo la lingua. Il calcio italiano mi ha dato tanto. E le persone oggi mi riconoscono il lavoro che ho fatto, ho lavorato sodo, nessuno regala niente. Il sacrificio paga sempre bene".

Milito ti ha parlato del Racing quando eri compagno di squadra all'Inter?
"Sì, naturalmente. Diego ha fatto cose molto importanti all'Inter, ma il suo cuore è sempre stato nel Racing Club. Quando è arrivato al Racing, ha mostrato come giocatore e come direttore sportivo come vincere. Milito è un idolo, nessuno lo mette in dubbio. Da giovane, quando sono arrivato all'Inter, ho cercato di fare le cose che facevano i grandi giocatori, perché avevano vinto tutto. Non solo Milito; anche Cambiasso, Zanetti, Sneijder, Stankovic, Córdoba, Chivu. Tutti avevano vinto il triplete con Mourinho. Ho provato umilmente a prendere l'esempio di tutti loro e oggi devo farlo al Racing. Sto ancora imparando, ma cerco di condividere la mia esperienza con i giovani. Non mi sembra di essere già arrivato. Ho 31 anni e continuo a imparare. Cerco di far capire anche agli altri che quando commetti un errore, non dovresti ripeterlo. L'ho imparato all'Inter". 

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