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Sinisa: "Mancio un fratello, alleno grazie a lui. Futuro all'Inter? Penso al presente. Deki e Balo, vi spiego"

di Alessandra Stefanelli
Fonte: Corriere dello Sport

Sinisa Mihajlovic, attuale tecnico della Sampdoria con un passato importante all'Inter come giocatore e allenatore in seconda, ha parlato in un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport anche di un possibile futuro nerazzurro: "Ripeto, conta il presente. Delle voci non mi frega niente. Io penso al campo. Quanto mi ha insegnato Mancini? Tantissimo. Da lui ho imparato il lavoro sul campo perché Mancio in questo è il migliore di tutti. All'Inter, da suo assistente, io curavo la fase difensiva, lui quella offensiva. Se sono diventato un allenatore, lo devo a Roberto e per questo lo ringrazio. Non dimentico mai ciò che ha fatto per me, anche quando giocavamo insieme. A volte abbiamo litigato perché se subivamo un gol, lui dava sempre la colpa a noi difensori e io mi arrabbiavo di brutto. Alla fine però eravamo e siamo come fratelli. Per chi tiferò in Chelsea-Galatasaray? Naturalmente per il Mancio. Con Mourinho dopo qualche incomprensione dovuta al fatto che non ci conoscevamo, mi sono chiarito e adesso siamo in buoni rapporti. A Roberto però auguro di passare il turno e di vincere la Champions almeno smetterò di dirgli che io l'ho vinta (alla Stella Rossa, ndi), mentre lui l'ha solo giocata. Contro la Juventus ha fatto un miracolo, magari concederà il bis con il Chelsea".

Su Stankovic e la possibilità di vederlo nel suo staff tecnico: "Gliel'ho chiesto. Lo volevo con me sia nella Serbia sia qui alla Sampdoria. Lui è il mio fratello minore, il padrino dei miei figli e io sono il padrino dei suoi. Dipende da Deki: lo aspetto a braccia aperte. Quando è pronto e vuole accettare, basta una chiamata. Se mi piacerebbe lavorare ancora con Balotelli dopo l'Inter? A me piace allenare i giocatori forti. Gli manca la serenità, tornare ad essere il Balotelli che aveva 17 anni. Con i suoi pregi e i suoi difetti. Magari faceva un tunnel a Maicon e se il brasiliano si arrabbiava, Mario non scappava né si impauriva. Giocava con gioia, in partita e in allenamento. Adesso lo vedo sempre con questa faccia arrabbiata e mi dispiace perché è un ragazzo d'oro. Se lo sai prendere, dà tutto. E' vero che ha fatto un po' di cazz... e che sta sprecando un talento immenso, ma sono convinto che abbia tutto per vincere il Pallone d'Oro. Se si mette a posto con la testa, vedrete che lo conquisterà".


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