Zamorano: "Parigi da ricordare. Inter è casa mia"
Fonte: Inter.it
L'ex idolo del popolo nerazzurro Ivan Zamora Zamorano si è raccontanto in una bella intervista pubblicata sul sito ufficiale dell'Inter in cui ha parlato della grande esperienza vissuta con la maglia nerazzurra, tra ricordi e momenti indimenticabili, sbilanciandosi anche con un pronostico sul Mondiale brasiliano in corso. Di seguito, le parole di Bam Bam pubblicate nelle ultime ore da inter.it.
Si parte dall'attualità: "Dopo l'Inter ho fatto due anni in Messico, e poi sono stato sei mesi a giocare per il Colo-Colo in Cile, che era la mia squadra del cuore in Sud-America. E poi ho smesso, ho detto addio al calcio e iniziato la mia attività. Mi occupo di sport, di salute, di educazione, sto lavorando anche per l'Università".
Il giorno più bello all'Inter - "Difficile dire il giorno più bello all'Inter, forse la notte di Parigi, la vittoria in Coppa Uefa, ne ero stato anche protagonista. Sì, scelgo quello. Io sono un uomo davvero grato a tutte le squadre in cui ho giocato, ma con l'Inter ho un legame particolare, anche per quella tifoseria incredibile. Io devo dire grazie a Massimo Moratti per cinque anni meravigliosi che non finiscono, ogni volta che torno in Italia tutti mi fanno sentire a casa".
L'ex 1+8 continua: "Sono andato via tanti anni fa e mi sembra di non essere mai andato via. Non mi è successo a Madrid, neanche al Colo-Colo, mi ricordo che quando sono andato via la Società mi ha reso omaggio. Giacinto Facchetti mi aveva dato la maglia, avevo quella nove trasformata in un 1+8, e mi ha chiamato la curva. Quel percorso dal centro del campo a sotto la curva che chiamava il mio nome è stato incredibile, piangevo come un bambino, è stata una cosa fantastica, sentivo qualcosa dentro di me di incredibile. Non mi è successo da nessun altra parte".
Rimpianti - "Non aver mai lavorato all'Inter! (ride, ndr)".
Sul Mondiale - "Se non vince il Brasile, ci spaccano a tutti! E' il favorito, ma poi ci sono Spagna, Germania, Argentina e dopo ancora Italia, forse il Cile, la Colombia. Il Mondiale va giocato, puoi dire quello che vuoi, ma le partite non si vincono per la storia che hai dietro le spalle, o per la maglia che porti: il Mondiale ti aspetta, è uguale per tutti, si gioca partita dopo partita e spero che la sorpresa possa essere il Cile".