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Zé Maria: "Coronavirus, che dolore per l'Italia. Io all'Inter grazie al Perugia"

di Christian Liotta

Ai microfoni del quotidiano brasilano Lance!, l'ex terzino dell'Inter Zé Maria esprime la propria preoccupazione per l'Italia, messa in ginocchio dall'epidemia di Coronavirus: "È un momento molto difficile. Ho vissuto lì per molti anni, i miei figli hanno la cittadinanza italiana. L'Italia ha già affrontato molte crisi, ma nessuna ad un livello così elevato. Gli italiani sono generalmente persone allegre, a cui piace socializzare, stare in giro. Ma oggi molti hanno paura di uscire per le strade. È doloroso sapere dell'impatto del coronavirus. La gravità della situazione si nota anche da quanto succede nel calcio. Le competizioni difficilmente si fermano. Onestamente, penso che tutto si è bloccato troppo tardi. Ho visto in tutto il mondo, e specialmente in Italia, giocatori e allenatori infettati dal coronavirus. Le persone dimenticano che gli atleti, per quanto possano avere un maggiore controllo a causa della pratica dello sport, sono ancora soggetti a problemi di salute".

Zé Maria torna anche sui suoi trascorsi in Italia: "Penso che il mio momento più bello sia stato a Perugia. Sono rimasto lì per quattro annisono diventato capitano e, curiosamente, ho segnato molti gol lì. Ciò ha contribuito molto a farmi ingaggiare dall'Inter. Differenze tra i due club? Il Perugia era un club in cui i giocatori lavoravano per cercare una proiezione futura. Ho giocato nello stesso periodo di Marco Materazzi e Fabio Grosso. All'Inter c'è un livello molto alto, richiedono molto da te. La pressione del club e dei tifosi per i risultati è grande, devi affrontare avversari come Milan e Juventus con intensità in un San Siro pieno con 80 mila persone. Ma è stato un privilegio. Ho giocato con Juan Sebastian Veron e Luis Figo e ho anche vinto uno Scudetto". 


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