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Ancora Stankovic: "Barella è meglio di me, Inzaghi è un top coach"

di Raffaele Caruso
Dejan Stankovic, allenatore della Stella Rossa ed ex centrocampista dell'Inter, dopo l'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, ne ha concesso un'altra ai microfoni di Tuttomercatoweb.

"Le parole di Nicolò mi hanno fatto molto piacere, lo dico davvero - spiega Deki -. Da allenatore oggi aggiungo che sarebbe un sogno per chiunque avere in rosa Barella, uno che ti copre qualsiasi parte del campo. È un centrocampista che lavora senza sosta sia a livello difensivo sia offensivo, ha una tecnica perfetta, è coraggioso tatticamente"

"Barella è meglio di me - aggiunge Stankovic -. Anche come come tiro siamo lì, io ero più fortunato da lontano. Nicolò è uno che lascia tutto in campo, che riesce a dare il 100% persino quando è solo al 70 fisicamente. Non mi sorprende che i suoi compagni lo vedano e lo riconoscano come un leader. Da tifoso nerazzurro sono orgoglioso e mi auguro ovviamente che possa rimanere all'Inter a lungo. Significherebbe tenere un campione in rosa e quindi mantenere la squadra al top".

"Sono veramente contento per Inzaghi - continua -. Simone si è mostrato fin da subito quello che è, un top coach. Anche all'Inter è partito alla grande. Penso che il suo modo di giocare sia perfetto per proseguire il ciclo iniziato con mister Conte. Del suo lavoro si è già visto qualcosa, ma quella nerazzurra resta una squadra costruita per il 3-5-2 di Conte: Inzaghi è sicuramente l'uomo giusto per dare continuità. A livello di mercato, non parlo dal punto di vista economico, i nerazzurri hanno rafforzato alcuni ruoli e ne hanno indeboliti altri, ma potete starne certi: la mia Inter lotterà per lo Scudetto".

"José sarà sempre un amico e una persona speciale per me, siamo ancora in contatto attraverso il gruppo WhatsApp del Triplete - conclude Stankovic -. Grazie a Mou ho scoperto io stesso un altro Stankovic, con qualcosa in più da dare a livello umano e poi anche calcistico. Quando arriva il momento duro, delle difficoltà, è l'uomo che fa la differenza, non il calciatore. Nel calcio e nella vita bisogna avere le palle, non mollare mai. Da Mourinho ho imparato proprio questo: quando pensavo di non avere più nulla da dare, trovavo dentro di me un ulteriore 20%. Nel modo di rimproverarti, José ti migliora e ti dà il coraggio che ti serve. Forse i giovani non riescono a capire dove vuole arrivare José, all'Inter noi avevamo un gruppo abbastanza maturo: ti incalzava non per offenderti, ma per farti reagire sul campo. È un tecnico capace di accendere il bottone dentro i suoi calciatori".
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