CdS - Perisic al passo d'addio. Ma il croato resta un elemento determinante
di Alessandro Cavasinni
Dell'Inter, come in Nazionale, è ormai un senatore: 213 presenze e 46 gol. A Milano, decisivo il cambio di chip "consigliato" anche da Conte, quando, di rientro dal prestito al Bayern, si è adeguato alla perfezione al ruolo di tutta fascia a sinistra. Mezzi fisici e tecnici, d'altronde, non gli erano mai mancati: gli mancava la convinzione di potersi reinventare in una nuova sistemazione in campo superati i 30 anni. Missione compiuta e scudetto sul petto.
"E proprio da lì è ripartito anche con Inzaghi: ancora padrone della corsia sinistra, sì ma con alle spalle uno scalpitante Dimarco, molto apprezzato dal tecnico piacentino - spiega TS -. Quei due si possono alternare: Ivan è stato titolare in 7 occasioni su 9, l’azzurro in 3, una delle quali da difensore centrale. Proprio l’adattabilità di quest’ultimo, però, ha permesso ad Inzaghi di poterli sfruttare entrambi. Anzi, proprio questa mossa, dando maggiore qualità in costruzione, ultimamente, si è rivelata azzeccata se non vincente: è accaduto con l’Atalanta (da 1-2 a 2-2) ed è successo con il Sassuolo (da 0-1 a 2-1). Peraltro, all’occorrenza, Perisic sa ancora fare l’attaccante, dando quella profondità che là davanti ogni tanto manca. Guarda caso, il suo gol con la Fiorentina è arrivato proprio da punta. E allora meglio goderselo quest’ultimo Ivan interista…".
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