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Ceferin, aut aut ai ribelli della Super League: "Devono decidere, o la UCL o il loro torneo"

di Christian Liotta

Aleksander Ceferin pone davanti ad un bivio i club che hanno preparato il progetto Super League. In un'intervista rilasciata all'agenzia Associated Press, il numero uno dell'Uefa manda in particolare un messaggio ai club italiani e spagnoli coinvolti: "È chiaro che i club dovranno decidere se sono un club di Super League o se sono un club europeo. Se dicono di essere società da Super League, allora non giocano in Champions League, ovviamente... E se sono pronti a farlo, allora vadano a giocare la loro competizione". La Uefa, aggiunge Ceferin, sta ancora valutando le azioni legali eventuali da intraprendere per i funzionari dei club coinvolti nella ribellione: "Stiamo ancora aspettando il parere dei legali e poi diremo, ma tutti devono affrontare le conseguenze per le loro decisioni e lo sanno. Per me, c'è comunque una situazione molto diversa tra i club che hanno ammesso il proprio errore e hanno detto: 'Lasceremo il progetto' e gli altri, i quali principalmente sanno che direi che questo progetto è morto, ma probabilmente non vogliono crederci. Abbiamo concordato oggi al comitato esecutivo di connetterci con le federazioni calcistiche, le federazioni nazionali e le leghe interessate. Lo faremo la prossima settimana e vedremo. Sarebbe bello poter vedere cosa possono fare le leghe, cosa possono fare le federazioni e cosa può fare la Uefa".

L'attacco dell'avvocato sloveno prosegue così: "Era da molto tempo che avvertivo qualcosa nell'aria, non esattamente che sarebbe successo tutto questo, ma che qualcosa stava succedendo. Continuavo a pensare però che le persone non potessero mentire così tanto, perché se avessero voluto farlo, non avrebbero fatto la riunione dell'Eca venerdì. Ma il modo in cui lo hanno fatto è stato il peggiore possibile. Il giorno più brutto è stato sabato, perché poi ho capito che era un puro tradimento, che alcune persone ci hanno mentito per anni. È stato abbastanza strano perché non sapevo cosa sarebbe successo esattamente il giorno successivo. Era come se qualcosa fosse sul punto di essere annunciato; nessuno sa cosa. Poi ho ricevuto una telefonata da tre o quattro club che dicevano: 'Siamo terribilmente dispiaciuti, ma dobbiamo dire che altrimenti siamo fuori'... Ma domenica, quando mi sono svegliato sicuro e fiducioso di affrontare e risolvere questo tema".

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