Chivu: "Esposito può fare carriera, felice per Stabile e Stankovic. Casadei e Fabbian? Il merito è tutto loro"
La scorsa stagione dell'Inter Primavera "è stata di crescita". Parola di mister Christian Chivu, intervistato da La Gazzetta dello Sport alla vigilia del via alla nuova stagione: "Abbiamo usato tanti sotto età ed è quello che volevamo fare: farli crescere, abituarli alle difficoltà. È stata una stagione in crescendo, perché abbiamo cominciato maluccio ma poi siamo riusciti a crescere dal punto di vista individuale e collettivo", aggiunge il tecnico nerazzurro.
Passando al presente, com'è stato il precampionato?
"Abbiamo cercato di non ripetere gli errori commessi, abbiamo abituato la squadra a fare partite di un certo livello. C'è una grossa differenza tra gli Allievi Nazionali e la Primavera – l'intensità, della fisicità degli avversari –, quindi abbiamo affrontato avversari di livello. Sono amichevoli che dicono poco, era importante abituarsi a quella fisicità e mettere minuti nelle gambe per farsi trovare pronti all'inizio della stagione. Giocheremo ogni tre giorni".
Come si coordina con Simone Inzaghi?
"Abbiamo delle gerarchie ben precise: la prima squadra ha priorità in tutto e noi dobbiamo essere a disposizione. La prima squadra ha sempre bisogno di giocatori e noi siamo disponibili a darglieli e nel frattempo a preparare i calciatori per il salto. Cerchiamo sempre i giocatori più pronti da mandare con Inzaghi per gli allenamenti e, perché no, per fare qualche minuto di partita".
Vi sentite spesso?
"Ci sentiamo quando c'è bisogno, poi durante le pause siamo presenti ad Appiano Gentile per metterli in condizione di fare allenamenti normali nonostante le assenze dei giocatori che vanno in nazionale".
Giacomo Stabile e Aleksandar Stankovic sono aggregati con la prima squadra sin dal raduno, è felice per loro?
"Io sono felice per tutti quelli che hanno la possibilità di stare in mezzo ai grandi campioni, con la speranza che abbiano la capacità di imparare e di rubare qualche segreto, magari anche il coraggio di chiedere qualche consiglio. Bisogna sempre ammirare quelli più grandi e cercare di mettersi nei loro panni per capire la strada che stanno facendo per essere dei campioni. Serve umiltà per capire che bisogna sempre 'rubare' dagli altri".
Si aspettava l'exploit in azzurro di Francesco Pio Esposito?
"Ho lavorato con lui tutti i giorni, è stato vicecampione del Mondo con l'Under 20 e campione d'Europa Under 19. Racconto un aneddoto. In una partita gli ho dato la fascia da capitano senza avvisarlo prima, volevo vedere la sua reazione e il senso di responsabilità, vedere se avrebbe retto quella pressione. Il risultato? Tripletta… Credo di aver reso l'idea! Poi tutto ciò che farà in futuro non mi sorprenderà, ha le qualità per fare carriera".
Ebenezer Akinsanmiro, invece, arrivato a gennaio e subito in grado di impressionare?
"È un bel profilo, atleticamente ci stupisce tutti i giorni e tecnicamente è arrivato già di buon livello. Cerchiamo di trasferirgli quello che è il calcio dei grandi, dalla semplicità delle scelte alle letture che deve fare. È un ragazzo che si applica, ha capito il senso di responsabilità che ha per fare carriera. Ora alterna anche qualche allenamento in prima squadra, sono sicuro che farà un gran campionato".
Cesare Casadei e Giovanni Fabbian: cosa c'è del suo lavoro in questi due ragazzi?
"Ho avuto la fortuna di lavorare con loro rispettivamente per due e tre anni, abbiamo cercato di dargli educazione sportiva e di responsabilizzarli. Sono felice che abbiano chiuso il ciclo vincendo il campionato Primavera e poi hanno spiegato le ali. Hanno accettato esperienze diverse e oggi sono giocatori di buon profilo che faranno una carriera importante. Il merito è tutto loro, non sono uno di quegli allenatori che si vantano: sono stati bravi ad accogliere i consigli. E lo stesso vale per altri ragazzi che magari partono da realtà minori e poi crescono con il tempo".
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