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Christillin (UEFA e FIFA) spegne le voci: "Il Mondiale per Club si farà, si troverà un accordo con i calciatori"

di Stefano Bertocchi

"Sono felice di rivedere la mia Juve al centro dell’attenzione che merita. Gli ultimi anni sono stati davvero difficili. Di nuovo in Champions e spettacolari in campionato. Sembra la sceneggiatura perfetta". Questo il pensiero di Evelina Christillin, componente dell’Esecutivo Uefa e del Consiglio Fifa, oltre che nota tifosa juventina. Nella lunga intervista a La Gazzetta dello Sport si parla della nuova Juve di Motta, ma anche del Mondiale per Club in programma nel 2025.

Ritorna l’orgoglio juventino?
"È una rinascita. Thiago Motta. Le partite con Como e Verona: una squadra brillante, divertente. Tanti giovani. Una campagna acquisti costosa ma di cui c’era bisogno. Anche se all’inizio molti si lamentavano: non compriamo niente, dicevano, non arriva nessuno… Visto?".

Non è che la rosa sia larga?
"No. Anche tutti gli esterni saranno necessari: campionato, Champions lunga, Coppa Italia che non sottovalutiamo mai, il Mondiale per Club".

Si farà il Mondiale? I giocatori si sono rivolti alla Corte di Lussemburgo che non fa sconti…
"Si farà. Si troverà un accordo".

E il bilancio del club?
"Ferrero e Scanavino sanno far quadrare i conti, sono qui per questo. La società e Giuntoli hanno ben presente il punto di caduta. La Juve ha venduto molto, ha realizzato ricchissime plusvalenze. Qualche difficoltà in più l’anno prossimo, forse, ma se cominciamo a vincere…".

Riecco l’orgoglio.
"Ma non è orgoglio, è l’entusiasmo che mancava da troppo tempo. Vivo l’ambiente da una vita e c’era tristezza. Dopo Montreux e il resto, è come se un cerchio si sia chiuso. Si ricomincia. Anche per me. Ora calma ragazzi: la Roma avrà tanta voglia di rivincita. Ma vincere non è la prima cosa".

Un tradimento dei sacri principi bonipertiani?
"No, sano realismo. Non pretendiamo di vincere oggi. Ma stiamo vedendo bel gioco e in questo momento ci basta. Divertirsi è il primo successo. Entrare in campo senza più mettere le coronarie a rischio per il “corto muso”, senza la sofferenza per il gol da difendere. Abbiamo ritrovato la capacità di “sentirci felici".

Grazie anche a Motta?
"Lo conoscevo da giocatore, viene dall’Inter, la prima impressione è straordinaria. Non risponde allo stereotipo del brasiliano espansivo: è serissimo. Si definisce un “privilegiato”, studia tutto il giorno, la sera torna a casa in famiglia “perché sono le cose che contano”. Ma anche vedere la palla che finalmente va avanti conta…".

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