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Condò: "Fossi l'Inter terrei Di Maggio in rosa: ecco perché. Mercato? C'è un nome che tornerà spesso"

di Redazione FcInterNews.it

Paolo Condò offre un'ampia analisi sulla situazione dell'Inter dalle colonne de La Repubblica di oggi. Partendo dalle migliorie fatte sul mercato e dall'idea di tenere in rosa un giovane che ha fatto molto bene in Primavera.

"La massima proiezione, quella in cui si arriva fino in fondo in tutte le competizioni — c’è la novità del Mondiale per club di giugno e luglio — parla di 67/69 match. Non saranno così tanti, ma un rendimento ovunque discreto avvicinerebbe la fettuccia delle 60 partite, e dunque a Inzaghi occorrono due cose: una rosa allargata, e un’alternanza più accentuata. Zielinski e Taremi sostituiscono Klaassen e Sanchez migliorando molto le due posizioni, almeno sulla carta, e dunque iscrivendosi a un turnover da 2000 minuti almeno (l’anno scorso Klaassen 352’ e Sanchez 1110’). E ferma restando la titolarità a centrocampo del terzetto Calhanoglu-Barella-Mkhitaryan, perché il reparto mantenga sempre la sua freschezza saranno necessari i balzi (non i passi) in avanti da parte di Asslani (1065’) e soprattutto Frattesi (1554’). All’Europeo Under 19 dello scorso luglio è stato apprezzato molto Luca Di Maggio — selezionato nell’undici ideale del torneo — centrocampista incursore del 2005 che radio mercato prevede in prestito in terza serie. Trattenerlo con la prima squadra almeno fino a gennaio potrebbe invece essere una buona idea, a patto ovviamente di disporre per lui un po’ di spazio. L’anno scorso l’Inter si è trovata per quindici volte avanti di due gol al 70’: la situazione ideale, né ansiosa né scontata, per consentire a un ragazzo di fare esperienza.

"L’ovvio traguardo che si pone, dopo una finale di Champions e uno scudetto in solitaria, è il perseguimento di entrambi gli obiettivi - si legge ancora -. Due anni fa il bilancio delle gare di campionato prima e dopo la Champions fu di 9 vittorie, 1 pareggio e 9 sconfitte (e l’Inter chiuse la A quarta); l’anno scorso fu di 13 vittorie e 3 pareggi (e in Champions uscì agli ottavi). Trasparente quindi l’intento di privilegiare lo scudetto, espresso attraverso l’uso dei titolari. Occorre un riequilibrio, e forse un uomo in più, uno in grado di cambiare le dinamiche offensive quando necessario: da qui a fine mese, il nome di Federico Chiesa ricorrerà spesso".


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