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Cou: "Così mi aiutò Rafa. Fra Milano e Liverpool..."

di Daniele Alfieri

Una scritta tatuata sul braccio sinistro: "Never Stop Dreaming", per ricordargli che nella vita "non devi mai smettere di sognare". In meno di un anno Philippe Coutinho è diventato l'idolo indiscusso del Liverpool, segno che a volte i desideri si avverano: "È un tatuaggio che ho fatto due mesi fa, come se avessi posto una scala di fronte a me. Giocare bene a calcio e in una grande squadra, poi, quando hai raggiunto il livello per poter rappresentare il tuo Paese, disputare un buon Mondiale. Questo è il mio sogno. Ma oggi sono concentrato sul Liverpool. Sogniamo il titolo ed è ciò per cui stiamo lavorando".

Un pensiero va ancora al tecnico che gli ha regalato grandi chance per crescere con l'Inter: "Rafa mi ha aiutato tantissimo - ricorda Cou -, soprattuto per quanto riguarda l'adattamento al calcio europeo. In Brasile, se giochi nel mio ruolo, non devi indietreggiare e difendere. Sei un attaccante, è questo il tuo compito. Soltanto tecnicamente fai parte di una squadra. Ma in Europa ti muovi più veloce, devi pensare in maniera più rapida e sei maggiormente coinvolto nel gioco".

Quasi un anno fa l'arrivo in Inghilterra: "La squadra mi ha trattato come parte della famiglia. La gente di Liverpool è accogliente come i brasiliani. Hanno un modo di relazionarsi agli altri molto brasiliano. Questo è un posto tranquillo e piace sia a me che a mia moglie. Liverpool è diversa rispetto a Milano e Rio che sono delle grandi città. Hanno tutto ciò che ha una metropoli: violenza, confusione, troppo traffico. Questo invece è un luogo dove puoi vivere con più facilità".


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