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Dossier Ladroni - L'Inter non rischia nulla, ma...

di Alberto Casavecchia

Nella giornata di ieri, presso l’aula bunker della Corte d’Assise di Milano, Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e Pirelli, ha risposto come testimone alle domande di Irma Conti, legale dell’ex arbitro Massimo De Santis, riguardo la questione del ‘Dossier Ladroni’, asserendo che l’input per un dossier sull’ex arbitro romano venne direttamente chiesto dal patron nerazzurro Massimo Moratti, dopo una denuncia dell’ex arbitro Danilo Nucini all’allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti sull’esistenza di una presunta combriccola romana. Tavaroli perciò ribadisce l’accusa già mossa nell’ottobre del 2006 dal carcere di Voghera.

Massimo Moratti, nel settembre del 2006, dopo due ore di colloqui con Francesco Saverio Borrelli, l’allora capo dell’ufficio indagini della Figc, disse: "Non credete a tutto quello che dice Tavaroli. Lo conoscevo, certo, ma non gli ho mai dato alcun incarico. Un uomo si offrì di mettere sotto osservazione De Santis, sottolineando che conosceva persone in grado di darci delle informazioni, ma non uscì nulla, zero su tutta la linea. L’Inter non ha dato nessun mandato per seguire qualcuno”.

La società nerazzurra non ha ancora risposto ufficialmente, limitandosi a sottolineare che il presidente nerazzurro non ha ordinato nulla di illegale, tanto meno l’Operazione Ladroni e quel dossier, non sono stati mai visionati e non sono stati mai pagati. Nessuna preoccupazione, insomma, visto che sulla vicenda la giustizia sportiva ha fatto ripetuti accertamenti. L’Inter non rischia nulla. Moratti, semmai, deve preoccuparsi per la richiesta milionaria di risarcimento danni di De Santis (oltre a quella di Vieri). Trapela solo del fastidio per il coinvolgimento di chi non c’è più ovvero Giacinto Facchetti.


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