Faraoni: "Motta un idolo, seguo Maicon. Ranieri..."
Ospite della classica intervista a fotogrammi rilasciata ai microfoni di Nagaja Beccalossi per la trasmissione 'Click' di Inter Channel, Davide Faraoni ha ripercorso le tappe della sua giovane carriera, dalle giovanili del Bracciano e della Lazio all'esordio in Supercoppa Italiana con l'Inter a Pechino: "Me lo ricordo bene questo stadio - dichiara il giovane jolly di fascia destra nerazzurro quando le immagini immortalano il 'Nido d'Uccello' -. Purtroppo non è andata bene, anche se porterò sempre un bel ricordo perché è stato il mio primo debutto. Già in settimana mi tremavano le gambe al solo pensiero di poter entrare in quella partita, però fortunatamente sono arrivato abbastanza tranquillo. Arrivavo anche da alcune amichevoli quindi avevo accumulato anche un po' di minuti e sicurezza".
Si passa a parlare del tecnico Ranieri: "È un grande allenatore. Lo devo ancora ringraziare per il debutto sia in campionato che in Champions. Secondo me darà una grandissima svolta a questa squadra. È una persona abbastanza diretta, se deve dire una cosa e vuole che la gente capisca il suo progetto, lui ti chiama e ti spiega. Non ha paura di nessuno ed è molto paziente, sa quello che vuole. Pea? Devo ringraziare anche lui, anche se non abbiamo avuto sempre ottimi rapporti. Mi ha fatto crescere sia come persona che come giocatore".
Altra foto, il colosso Maicon: "Questo è forte, c'è poco da dire - spiega con il suo classico accento romanesco Faraoni -. C'è solo da imparare da questi giocatori. Quando ti alleni con un giocatore del genere ti rendi conto che è ancora più forte di quanto sembri dall'esterno. Questi campioni fanno cose incredibili. Se gli ho chiesto consigli? No, non sono il tipo. Più che altro seguo tanto i movimenti, quello che il mister gli dice, cerco di rompere meno le scatole e di ascoltare di più (sorride, ndr). Chi mi ha impressionato più degli altri? Thiago Motta. Ha una tranquillità e un gioco di palla che vorrei avere tanto pure io, però... non se po' fa'. Quella è alta scuola, scuola Barça".