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Gabriele Albertini: "San Siro obbrobrio, la Cattedrale era bellissima. Inter e Milan via, un dramma"

di Christian Liotta

Il destino di San Siro è probabilmente segnato. Questo è il pensiero dell'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che intervistato da Affaritaliani.it ritiene ormai irreversibile la decisione di Inter e Milan di costruirsi un proprio stadio ciascuna nella periferia del capoluogo lombardo: "La situazione si è compromessa in maniera irreparabile. Probabilmente le squadre andranno fuori Milano e il quadro che si prefigura è drammatico. Il Meazza non sarà più sfruttato e resterà inutilizzato e inutilizzabile. Potranno esserci dei concerti, ma gli eventi grandi, come i concerti di Vasco Rossi o Bruce Springsteen, in un anno si contano sulle dita di una mano. E la manutenzione sarebbe destinata a assorbire ingenti risorse del Comune. Ma l'attuale amministrazione ha commesso un altro colossale errore: intanto c'è da dire che il rendering della 'Cattedrale', il progetto iniziale di Milan e Inter, era infinitamente più bello di quell'obbrobrio che è San Siro che lo trovo bruttissimo, anche se tutti noi siamo legati a quell'impianto da ricordi affettivi e di giovinezza. Ma soprattutto in quell'area ci sarebbe stato un investimento da oltre un miliardo e mezzo di euro. Sarebbe stato la prosecuzione della Milano policentrica nata durante il nostro turno di guardia. Nel quartiere di San Siro non c'è solo lo stadio ma anche zone come piazza Selinunte che con questa riqualificazione avrebbero potuto crescere e svilupparsi".

Albertini è decisamente contrario anche all'idea della riqualificazione dell'attuale impianto: "La riqualificazione sarebbe un male. Il calcio moderno è fatto di digitale, televisione, contenuti audiovisivi. Uno stadio di quel tipo con 80mila posti è assolutamente obsoleto. Il male sarebbe tenere in piedi un monumento di queste dimensioni che non è né carne né pesce. Spesso si pensa che il vecchio, per il fatto di essere vecchio, è meglio del nuovo. Ma i Bernini e i Brunelleschi ci sono anche oggi. Mi sembra un modo di pensare poco milanese: questa città è stata l'avamposto della modernità e anche l'architettura moderna può avere un valore monumentale. Da milanese sono sconcertato da questa incapacità di decidere. E il conto lo pagherà la città. Il vincolo architettonico? Il Sovrintendente non è Dio. Sono convinto che se l'amministrazione avesse preso una posizione fin da subito la Sovrintendenza non avrebbe optato per questa decisione che rappresenta un ulteriore macigno per la città. Avevamo una grande opportunità: la 'Cattedrale' avrebbe vinto premi di architettura moderna per quanto era bello il suo progetto".

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