GdS - Kovacic 10? Gli manca la qualità e si vede
Fonte: Gazzetta dello Sport
L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport analizza la prova di Mateo Kovacic, definito “trequartista ma senza la qualità del numero dieci”. !I numeri dimostrano in modo lampante come la nuova posizione, quella teoricamente ideale per Kovacic, abbia portato il talento croato più nel cuore del gioco nerazzurro - si legge -. In ottantanove minuti giocati nel derby, Mateo aveva messo insieme appena 44 passaggi (39 positivi, 5 negativi), 31 dei quali nella metà campo avversaria (con l’83,9 per centro di precisione). Stavolta invece Kovacic ha quasi raddoppiato il suo bottino distributivo: 71 passaggi totali (62 positivi, 9 negativi) e 52 nella metà campo avversaria. Cifre che ne fanno il giocatore complessivamente più coinvolto della partita. Meno evidente ma ugualmente importante, si è notato come il numero dieci nerazzurro abbia ridotto il numero di tocchi una volta in possesso palla. Dopo il derby, Roberto Mancini si era lamentato proprio del fatto che Kovacic toccasse 8 o 9 volte il pallone, perché spinto per indole ad accentrarsi palla al piede dalla sinistra. Ieri invece, proprio perché lo richiedeva la posizione, ha dovuto accelerare la trasmissione del pallone, cercando di giocare a due o tre tocchi, quindi riducendo i tempo di gioco. Ma allora a questo punto subentra la qualità individuale. A un trequartista si chiede l’ultimo passaggio, e lì Kovacic è mancato: un paio di verticalizzazioni nel primo tempo, quando a sinistra funzionavano i movimenti alternati di Dodò e Kuzmanovic (destinatati di ben 22 passaggi totali provenienti dal croato, ricevendone 26), e un’altra sprecata in ripartenza da Icardi che ha sbagliato l’appoggio a Palacio”.
E ancora: “Poi troppi errori in fase di rifinitura, nelle traiettorie verso l’area avversaria, ben 16 palle perse, un rendimento in picchiata nella seconda parte di gara, quando i collegamenti e i riferimenti erano un po’ saltati, e anche due errori che pesano tanto nell’economia della partita. Parliamo di quelle due conclusioni da posizione centrale: la traversa colpita al 22’ del primo tempo, sull’appoggio di Guarin da lui stesso attivato, grida vendetta. Legno sì, ma quello è un gol sbagliato. Così come il destro di prima dal limite dell’area sulla sponda di Kuzmanovic al 18’ del secondo tempo. Senza andare troppo lontano nel tempo, il precedente proprietario del numero 10, un certo Sneijder, non avrebbe sbagliato”.