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GdS - Sabatini, è addio: i motivi. Spalletti resta e il mercato è partito bene

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: Gazzetta dello Sport

L'ufficialità della separazione tra Walter Sabatini e Suning è di questi minuti, ma i giornali si erano già portati avanti dopo le voci di ieri e la conferma, di fatto, dello stesso dirigente. La Gazzetta dello Sport spiega: "A Milano ha lasciato in realtà il segno il burrascoso mese di gennaio, quello del mercato di riparazione, che poi non è stato tale - si legge -. Facile immaginare che a «innescare» Sabatini siano state soprattutto le grandi difficoltà incontrate nel muoversi con la giusta autonomia in sede di trattative. Mal digeriti, anzi per nulla metabolizzati gli stop in particolare alle operazioni Ramires, Pastore e Texeira, con i due brasiliani di proprietà proprio dell’altro club di Suning. Si parla anche di uno scontro durissimo con la proprietà nelle ultimissime battute di mercato, ma a Sabatini è forse dispiaciuto di più il mancato concreto «appoggio» - o perlomeno vissuto come tale da lui - di alcune componenti italiane del club. E in questo senso scarso «aiuto» sarebbe arrivato anche da Spalletti, tanto che i due, si dice, si sarebbero sentiti poco o niente da inizio febbraio ad oggi".

La rosea non esclude neppure una strategia di Suning di portare allo sfinimento il rapporto con Sabatini per 'costringerlo' all'addio anticipato. "Un simile atteggiamento sarebbe figlio, fra le altre cose, dei risultati sul campo, sia dell’Inter sia dello Jiangsu - dice la Gazzetta -. E al di là di un mercato più o meno a «ostacoli», i cinesi si aspettavano probabilmente di più anche con il budget messo a disposizione la scorsa estate. Bonus compresi, Vecino e Dalbert sono complessivamente costati più di 50 milioni in cartellini: sovrastimati, certo, operazioni però concluse prima del «blocco governativo». A pesare ancora oggi come macigni ci sono in verità le operazioni Joao Mario e Gabigol, e qui Sabatini e parte dell’anima italiana del club c’entrano poco".

E adesso? Spalletti non dovrebbe essere toccato da questa mini-rivoluzione. "L’era dell’autarchia e dell’autofinanziamento comunque non inizia certo sotto cattivi auspici. Lo testimoniano le operazioni che hanno portato a Lautaro Martinez (miglior prospetto argentino, già in nazionale a 20 anni) e al parametro zero Stefan de Vrij, con Asamoah e Bernard molto vicini".

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