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Gioia Ranocchia: "Se penso all'anno scorso..."

di Alessandro Cavasinni
Fonte: InterChannel

Andrea Ranocchia è l'ospite di turno di A tu per tu, in onda su InterChannel. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni tratto da inter.it.

"Mano a mano che passa il tempo mi sento sempre più parte integrante di questo gruppo: ci speravo, lavoravo per questo, sono contento. In un anno per me è cambiato tutto, è il bello del calcio. Un anno fa, a quest'ora, ero in clinica su un lettino a far riabilitazione e invece adesso sono qui, all'Inter, nel club più forte del mondo, questo mi rende felice".

Ranocchia parla anche di alcuni suoi compagni, tra cui Lucio, che definisce "uno che sbaglia pochissimo"; Materazzi, che è "un grandissimo uomo spogliatoio"; Cordoba, "uno che ha grandissima esperienza e che aiuta i giovani"; Chivu, "uno davvero simpatico"; Samuel, "fortissimo e anche un bravo ragazzo"; Nagatomo, "simpaticissimo, anche se ancora non ci ha fatto assaggiare le prugne salate".

Inter più forte nei secondi tempi? "Dipende da quello che facciamo noi, più che dai secondi tempi o dagli ultimi minuti. Se partiamo forte da subito, mettiamo la partita subito nel binario che vogliamo noi. Se partiamo più in sordina come nell'ultima partita, è normale che veniamo fuori più nei secondi tempi.

Duello col Milan: meglio giocare prima o dopo i rivali? "Personalmente preferisco giocare prima, perché giocare dopo magari a livello mentale può scombussolare qualcosa. Parlo personalmente. Comunque, poi, alla fine è uguale: l'importante è che noi vinciamo e che ribattiamo colpo su colpo i risultati che fanno loro. Solo in questo modo possiamo giocarcela fino alla fine".

La Champions è vicina, ma prima c'è il match col Brescia. "Noi sappiamo che per lottare per tutto bisogna passare prima da Brescia, solo dopo penseremo al Bayern. Fino all'ultimo minuto di Brescia-Inter, c'è solo il Brescia davanti".

Infine, un cenno alla rimonta contro il Genoa: "Era già successo con il Palermo, anche se lì era stato più difficile. Abbiamo ribaltato un risultato che era quasi impossibile allora. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che così non andava, che dovevamo ribaltare tutto. Siamo entrati in campo con un'altra mentalità e si è visto".


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