.

Gravillon: "Inter seconda famiglia, mi ha insegnato la vita. Difficile giocare lì, ma in futuro chissà"

di Christian Liotta

Attualmente al Lorient in prestito dall'Inter, il difensore Andreaw Gravillon è al centro di voci di mercato che lo vorrebbero nel mirino del Saint-Etienne. Il diretto interessato, però, raggiunto dai microfoni di FootMercato non vuole farsi distrarre troppo dal futuro: "Non penserò alla prossima stagione finché non sarà finita questo. Penso sempre passo dopo passo, partita dopo partita. Cerco sempre di migliorare me stesso. Pensare al mio futuro così presto non va bene, credo possa influenzare la stagione. Preferisco andare passo dopo passo. Finita la stagione vedremo con i miei agenti se restare a Lorient, tornare all'Inter, andare altrove. Non sappiamo, lo vedremo; aspetteremo la fine della stagione per vedere come andranno le cose. Contatti con l'Inter? Non li sento regolarmente al telefono, però sappiamo tutti che il direttore sportivo segue i giocatori in prestito. Loro non lasciano un giocatore così allo sbaraglio, non è una cosa che mi preoccupa".

Gravillon parla poi approfonditamente del suo rapporto col club nerazzurro: "L'Inter è la mia seconda famiglia. Sono venuti a prendermi quando avevo 16 anni, non avevo futuro nel mondo professionistico, giocavo nel quartiere di Garges-lès-Gonesse. Il club è venuto a prendermi, mi ha fatto crescere fisicamente, tecnicamente, mentalmente. Con i suoi educatori mi ha “insegnato la vita”, a me che ero uno straniero arrivato in Italia e che non sapeva niente e nessuno. Ho dovuto imparare a vivere da solo, senza papà, mamma. È stata dura, ma il club era lì per aiutarmi dall'inizio alla fine. È come una seconda famiglia per me. Ho fatto il mio primo anno nell'Under 17, poi sono passato alla Primavera. Ho avuto la possibilità di andare a fare un torneo a Doha, in Qatar, con la prima squadra, nel dicembre 2015. Nel 2016/17, ho iniziato ad allenarmi maggiormente con i professionisti facendo anche due panchine in campionato. Per me è stato come un sogno che si avvera! Parti dal nulla e, in due anni, passi alla Primavera, segni 7 gol e, contemporaneamente, ti alleni con il gruppo professionistico. Rimarrà sempre impresso nella mia testa come una cosa molto importante. Ho parlato spesso con Ivan Perisic, che parla francese. Anche João Miranda e Jeison Murillo mi hanno dato molti consigli sul lato difensivo. Anche Axel Bakayoko, un altro giovane francese, mi ha aiutato molto a integrarmi lì, consigliandomi cose da fare o meno, luoghi da visitare. Non sarebbe stato lo stesso senza di lui". 

Ma non ha mai pensato di riuscire ad imporsi proprio all'Inter? "In un club così sarà sempre difficile. Anche per un grande giocatore. Possiamo vederlo con Christian Eriksen. Ci aspettavamo di vederlo titolare subito, ma non è stato così. È sempre difficile essere un titolare lì. Sono un giocatore dell'Inter. Ma preferisco fare le mie stagioni per conto mio. E se un giorno l'Inter penserà di voler mantenere Gravillon, vorrà dire che sono riuscito a fare il lavoro e che conta su di me. Non mi sono mai veramente messo in testa questa cosa. Io cerco di lavorare, giocare, difendere. Dopo, un giorno, chissà. Ciò che conta oggi è giocare, mostrare chi sono e farmi un nome".


Altre notizie
Domenica 15 dicembre