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Handanovic: "Non sono il top. Rido poco perché..."

di Fabrizio Romano
Fonte: Inter.it

Prima volta negli studi di Inter Channel per Samir Handanovic, ospite questa sera dell'appuntamento speciale con "Prima Serata" in onda dalle alle ore 21. Attraverso le domande dei tifosi riportate da Roberto Scarpini, il portiere nerazzurro racconta che la parata più bella che ha visto fare da un suo collega "è stata quella di Buffon nella finale di Champions League di Manchester tra Juventus e Milan sul colpo di testa di Inzaghi, è stata difficile ma molto bella", mentre parlando di sé nomina "quella realizzata con il Partizan Belgrado al Meazza lo scorso 25 ottobre".

Come aveva già confessato nella conferenza stampa di presentazione, considera Peter Schmeichel "tra i portieri più forti di tutti i tempi, ha vinto tutto, giocando 7 o 8 anni di altissimo livello a Manchester. Per il nostro ruolo credo che il campionato inglese sia quello più difficile perchè i portieri sono poco protetti e c'è un calcio più fisico".

Compagni di squadra, dentro e fuori dal campo, Handanovic spiega poi che "generalmente, i portieri legano più tra di loro, a me è successo da subito con Belec poi ho conosciuto Stankovic, ma quando si gioca tanto e c'è poco tempo per fare amicizia si pensa soltanto al calcio e non ad altre cose".

Si continua parlando dell'ambiente Inter con Samir Handanovic: "È sereno - spiega il portiere nerazzurro - non ho avuto particolare difficoltà ad inserirmi, i miei compagni sono molto disponibili e per adesso l'ambientamento è andato liscio. Sto imparando a conoscere il gruppo, un portiere deve capire quali sono le caratteristiche dei propri compagni, trovarsi bene con loro e sapere nella partita che cosa ci si può aspettare"

Poche emozioni quelle che, solitamente, Handanovic lascia trasparire sul proprio volto: "È vero, non lascio vedere tanto però posso dire che mi sono emozionato 7 o 8 anni fa quando sono arrivato in Italia e ho giocato contro l'Inter al Meazza". "Batman" il soprannome dato da Roberto Scarpini a Samir Handanovic, che sorride dicendo: 'Potete chiamarmi come volete, mi fa piacere, ma ce ne vuole ancora perché io possa arrivare a essere come lui'.

Una telefonata con Lello Senatore, preparatore dei portieri di Handanovic ai tempi dell'Udinese, fa tornare indietro nel tempo il numero uno nerazzurro: "Siamo arrivati insieme a Udine e siamo cresciuti insieme entrambi, io come portiere e lui come allenatore. La grande soddisfazione è quando vedi dei miglioramenti. È vero bisogna lavorare sempre, ma con l'esperienza inizi a capire che cosa si deve fare per stare bene ed è di questo che parli con il tuo allenatore. Se devo dire la verità, sono due in particolare coloro dai quali ho preso la filosofia e sono Senatore e Bonaiuti. È importante prendere da ogni allenatore qualcosa perchè gente più grande di te ne ha viste tante e ne sa dipiù. Allo stesso modo è vero che siamo anche noi a dare a loro, abbiamo caratteristiche diverse perchè siamo persone diverse".

Durante la "Prima Serata" di Inter Channel, con Samir Handanovic si arriva anche a parlare dell'attualità nerazzurra: "È presto per dire dove possiamo arrivare, ci sono tante partite, dobbiamo pensare gara dopo gara, senza andare troppo lontano, pensiamo al Napoli che sarà già una bella battaglia. C'è stato un calo come capita a tutte le squadre, qualche partita non ci è andata bene, ma si va avanti, non si devono trovare particolari motivazioni. Tutti vogliono vincere, tutti lottiamo, non è facile, ma gli obiettivi sono li stessi per tutti".

Domenica l'Inter ospita il Napoli, Handanovic ritroverà Morgan De Sanctis: "Quando sono arrivato a Udine lui mi ha aiutato tanto, mi ha preso compagno di stanza e lo ringrazio molto. Oggi è Belec il mio compagno di stanza... l'avete detto voi, i portieri legano con i portieri(ndr, sorride)".

E a proposito di colleghi si parla anche di Yasmin Handanovic, cugino di Samir, titolare nel Maribor: "Ha 7 anni più di me, ho iniziato a guardare lui, poi quando entri in porta, è difficile uscirne. Allenamento dei portieri? Devi avere passione per quello che fai, ti deve piacere. C'è un lavoro dietro, aspetti personali, qualcosa che si ha di naturale e qualcosa che si acqusisce solo con il lavoro, senza questo non vai da nessuna parte".

Tanto lavoro, pochi sorrisi perchè come lui stesso spiega "non sorrido quando non è il momento di farlo". Tanti ricordi invece arrivano quando si parla di Rimini ("Una bella squadra, una serie B che mi ha fatto solo bene con Napoli, Juventus e Genoa, è stato un bel campionato") e di quel 15 maggio 2005, data d'esordio di un giovanissimo Handanovic nella serie A, un cammino, un crescendo: "Non sono stato un protagonista assoluto, ma la soddisfazione l'ho avuta negli anni vedendo i miei miglioramenti. Sono molto legato a Udine, dopo tanto tempo quando sei in un posto ti senti legato, è stata una grande scuola per me. Se sognavo l'Inter? Non sognavo una squadra in particolare, si sanno quelle che hanno qualcosa più degli altri, mi sarebbe solo piaciuto rimanere in Italia", confessa Handanovic.

Infine, si parla anche del rapporto con i tifosi: "È buono, ma per me la prima cosa è sempre fare il mio lavoro. Io numero uno? Non mi sento così, credo ci siano tanti ottimi portieri con caratteristiche diverse, ma bisogna sempre aggiornarsi e mettersi in discussione, anche con se stessi. Quanto mi riguardo? Abbastanza perchè si possono dire tante cose ma quando ci si riguarda si capisce davvero dopve si può migliorare. La tecnologia è importante perchè anche i palloni sono più veloci, con questo bisogna essere al passo con i tempi. È qualcosa di extra, che a volte ti può dare una mano altre volte non c'entra niente".


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