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GdS - Covid-19, la Lega Serie A sceglie il modello Uefa e norme più rigide. Club d’accordo: test centralizzati

di Stefano Bertocchi

Uniformità (garantita attraverso la centralizzazione dei controlli) e ancora maggior rigore: sono queste le due linee guida dettate dall’ultimo Consiglio di Lega, riunitosi nel primo pomeriggio di ieri. Dopo il caso Lazio che ha coinvolto più laboratori diversi, nella giornata di ieri è stata ribadita "la necessità di identificare un ente unico che possa provvedere alle analisi di rilevazione del Coronavirus di tutti i tesserati di A, con un sistema standard riconosciuto che non permetta differenze di valutazione" spiega La Gazzetta dello Sport.

Per farla breve, la Serie A vuole dunque adattarsi al modello Uefa, che ha scelto il Synlab come laboratorio di riferimento valido per tutti i club e tutti i giocatori che partecipano alle competizioni europee. La centralità è necessaria per la condivisione delle informazione e l’uniformità dei risultati: "ieri anche il presidente della Lazio Lotito, uno dei consiglieri, si è detto favorevole alla scelta di una sola azienda medica che operi per tutte le società del campionato" precisa la rosea, ricordando anche che l’a.d. dell'Inter Beppe Marotta si era già speso in questa direzione.

Intanto a Maurizio Casasco, presidente della Federazione medici sportivi e altro consigliere di Lega, è stato chiesto un supporto nell’individuazione di una centrale unica che soddisfi le esigenze dei club: c’è ottimismo sulla possibilità di rintracciare un’azienda che possa fornire questo tipo di servizio.

Nel comunicato diramato ieri dalla Lega Serie A si è parlato anche della possibilità di implementare il protocollo in modo ancora più stringente. "Modifica che ripassi poi alla validazione di Federazione e Comitato tecnico scientifico - si legge ancora sul quotidiano -. La prima intenzione è quella di uniformare al modello Uefa anche i criteri di rilevazione del Covid 19: mentre i controlli Uefa prevedono uno screening su tre geni (E, Rd/RP, N), le cliniche dei club oggi possono (ma non tutti lo fanno) riferirsi a uno solo di questi (N). Da qui la differente valutazione. Una difformità che le società non vogliono più tollerare e non possono più permettersi".

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