GdS - Inzaghi, derby e coppe non bastano: l'Inter l'ha preso per lo scudetto
Fonte: Gazzetta dello Sport
"La vittoria in un derby non può salvare la stagione, non a Milano, città che per definizione non può accontentarsi mai". Lo scrive oggi la Gazzetta dello Sport che torna sull'1-0 nerazzurro sui rossoneri. "Non vogliamo sminuire il successo dell’Inter, ma sottolineare come l’annata della squadra di Simone Inzaghi non possa risolversi con due successi contro il Milan, il 3-0 in Supercoppa a Riad e l’1-0 dell’altra sera - si legge -. E aggiungiamo che neppure la qualificazione alla Champions League e l’eventuale conquista della seconda Coppa Italia di fila renderebbero esaltante il 2022-23: lo dolcificherebbero. L’Inter, per come è strutturata e per quanto è forte nel perimetro del calcio italiano, in Europa la valutazione è diversa, l’Inter, dicevamo, aveva il diritto-dovere di competere per lo scudetto fino all’ultimo. Tredici punti di distacco dal Napoli alla ventunesima giornata dimostrano come qualcosa sia andato storto. L’Inter è stata l’unica squadra a battere la capolista, segno che avrebbe potuto reggere la corsa con gli “spallettiani”. E però si è smarrita nel labirinto di partite contro avversari inferiori, ha perso contro l’Udinese e l’Empoli, ha lasciato due punti al Monza. Inzaghi non può cavarsela con altre due coppe nazionali, la Supercoppa e la Coppa Italia, trofei che aveva già vinto a Roma. L’Inter lo ha preso per lo scudetto, non per “rifare” il percorso che aveva completato alla Lazio. Nella scorsa stagione ha buttato via il campionato e l’ha consegnato al Milan: lo sciagurato derby di ritorno e la sconfitta masochista di Bologna come episodi cruciali di un copione che nel 2022-23 si è ripetuto con ampio anticipo. Alti e bassi, discontinuità di rendimento, rimpianti in quantità industriali. Nonostante le ristrettezze finanziarie, l’Inter sul campo si mantiene a un livello alto, ma ci vorrebbe una visione del futuro che andasse oltre le necessità dell’immediato. La politica dei parametro zero o dei prestiti con diritto di riscatto ha un suo perché - Mkhitaryan è stato un affare, Acerbi idem -, ma non può essere l’unica strategia. Se lo diventa, la squadra è destinata a impoverirsi. Skriniar l’altra sera è stato tra i migliori, però Skriniar in giugno volerà a Parigi e chissà come verrà sostituito".