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GdS - Lezione d'inglese che tornerà utile. Risposte importanti contro i migliori

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport

Ad Anfield non basterà un’impresa. Il giorno dopo lo 0-2 di San Siro, la Gazzetta dello Sport si proietta già al match di ritorno con il Liverpool, non senza sottolineare l'ottima prestazione dell'Inter, in continua crescita nel proprio percorso. "Servirà qualcosa di più per rimontare due gol al Liverpool nella sua tana. Peccato, però, perché la vittoria con doppio scarto degli inglesi nasconde la verità del match, come la nebbia che ieri ha pascolato a San Siro - si legge -. L’Inter, una bella Inter, meritava di più. Ha tenuto testa ai Reds in un primo tempo equilibrato e li ha messi sotto nella ripresa con una ventina di minuti di ottimo calcio. Perisic e Calhanoglu su tutti. Qualità di palleggio, ma soprattutto quell’intensità che siamo soliti invidiare agli inglesi. Per il primo quarto d’ora della ripresa, il Liverpool non è riuscito a mettere fuori la testa dalla sua scatola difensiva. Dopo la traversa di Calhanoglu nel primo tempo, sono arrivate altre buone occasioni, anche se non tradotte da tiri in porta. Quando sembrava che l’Inter stesse per raccogliere il premio partita, è arrivata la beffa: i gol di Firmino e Salah al 31’ e al 38’ nati da calci da fermo. Due schiaffi dolorosissimi".

Per i campioni d'Italia, una lezione d’inglese che può tornare utilissima in futuro. "L’Inter deve andare oltre l’amarezza e sforzarsi di bere il bicchiere mezzo pieno - sottolinea la rosea -. Non ha giocato solo per questa Champions, anche per quelle che verranno. Sta attraversando un percorso di crescita e ieri ha ottenuto una risposta importante: per fisicità, solidità tattica, intensità è già all’altezza di una delle più forti squadre d’Europa. Ma non basta ancora. Non ha segnato per troppi errori di rifinitura, ha preso gol per due distrazioni. Dominare e non vincere, come nel derby, non deve diventare un vizio. A parte la traversa di Calhanoglu, ieri, nessun tiro in porta, nonostante tanta pressione. A questi livelli, la felicità non si misura in metri o in minuti, ma in centimetri e in secondi. Bisognava lavorare sui dettagli e sulla ricerca della perfezione. È questa la lezione inglese che l’Inter porta a casa".

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