Icardi: "In Italia non erano abituati ai miei movimenti. Al PSG già supero Ibra, che record!"
Dopo una prima parte di intervista concessa lo scorso 18 dicembre ai microfoni di PSG.fr (clicca qui per rileggerla), Mauro Icardi continua il suo racconto ai tifosi tramite il sito ufficiale del club parigino: "A Barcellona ho imparato tanto dal lato tattico e tecnico - ricorda riguardo alle esperienze passate -. Lì la filosofia di gioco è predominante. Questo mi ha aiutato anche ad adattarmi in Italia e comprendere il tipo di gioco. Lo stesso vale per gli spostamenti in campo, perché in Italia non erano abituati ai movimenti che potevo fare. Tutto questo ha sviluppato la mia intelligenza di gioco in campo. La tattica e l'elemento fisico hanno anche contribuito a formare il giocatore che sono oggi".
Icardi è il giocatore più rapido nella storia del PSG ad aver siglato i primi 10 gol, superando anche Zlatan Ibrahimovic: "Non lo sapevo! È un orgoglio raggiungere questo tipo di traguardi e marcare la storia di una squadra come il PSG. Io cerco di farmi trovare sempre pronto e di essere un'opzione per i miei compagni di squadra con i miei movimenti e le mie azioni. Cerco di dar loro l'opportunità di servire un giocatore libero. Poi dentro l'area l'attaccante deve soprattutto fare gol. Sono sempre pronto e concentrato per segnare il più rapidamente possibile non appena ricevo palla. Abbiamo una squadra con tanti giocatori d'altissima qualità - aggiunge poi l'argentino in merito al suo adattamento -. La squadra ha spesso il possesso della palla e io, da attaccante centrale, ho il compito di iniziare il pressing. Ed inoltre apro anche gli spazi. Le squadre avversarie ci aspettano tutte raggruppate nella loro area, per questo aiuto i miei compagni con o senza palla creando dei nuovi spazi. Questo aiuta la squadra a fare gol, si tratta di un gioco di squadra".
Per chiudere un consiglio ai ragazzini che sognano di diventare grandi attaccanti: "È molto difficile raggiungere un livello alto. Il consiglio che do sempre ai bambini è quello di lavorare e di divertirsi giocando a calcio. E se un giorno avranno la possibilità di raggiungere un livello alto, dovranno essere costanti, professionali, quindi diventare giocatori e persone responsabili".