Ince: "Moratti mi ha trattato come un re, Inter destinazione migliore della carriera"
di Niccolò Anfosso
A POSTERIORI. La carriera ha visto il marchio inglese, eccezion fatta per la parentesi nerazzurra, ben condita di sostanza con 10 gol in 54 presenze: "Alla fine posso dire sia stato il miglior trasferimento che potessi fare nella mia carriera. L'Inter è un club prestigioso, con tifosi fantastici, con uno stadio incredibile. Poi lo stile di vita, il tempo, era tutto perfetto. Probabilmente il posto migliore in cui sia mai stato".
SPECIAL MORATTI. Il rapporto con il presidente nerazzurro era delizioso: "Ogni cosa rendeva speciale Moratti..., solo guardandolo non potevi che provare rispetto per lui. Aveva un amore per me davvero significativo e lo dimostrò nella volontà di portarmi in Italia. Non fu l'allenatore dell'epoca Ottavio Bianchi a venire alla partita contro il Crystal Palace, ma direttamente Massimo. E quando mi convinse a venire in Italia, si assicurò che tutto fosse perfetto per me. Mi ha trattato come un re".
RAPPORTO CON I TIFOSI. Quasi s'emoziona Ince nel rimembrare il meccanismo perfetto che univa la squadra al pubblico: "Sin da subito i tifosi iniziarono a cantare "Come on Paul Ince". E quando lo dicevano in Inghilterra mi dicevano che significava che dovevo fare meglio. Poi le prestazioni sono migliorate e i tifosi hanno continuato a intonarmi quel coro. Lì ho realizzato che sono sempre stati al mio fianco. Ci tengo a dire che non mi hanno mai criticato nemmeno per un attimo. E io spesso andavo a ringraziarli sotto la curva, mi sostenevano anche quando giocavo male. Sono dei tifosi davvero speciali (amazing è l'aggettivo utilizzato, ndr), e mi dispiace sia dovuto andare via così presto".
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