Inter campione del Mondo: un po di storia
Ieri, durante il Team Media Day, Javier Zanetti prima e il presidente Massimo Moratti poi, hanno ribadito l’importanza di fregiarsi del titolo di Campione del Mondo, un titolo che la società Inter ha ottenuto per ben due volte, nel settembre 1964 e 1965, quando riuscì a bissare il successo della Coppa Campioni del maggio precedente. Il titolo di Campione del Mondo, nel corso degli ultimi anni, almeno in Europa, ha perso il suo fascino, soprattutto da quando è stata introdotta la formula attuale che comprende incontri con squadre africane, asiatiche o oceaniche, facili da superare, di certo non a livello delle europee o sudamericane, le squadre che poi, negli anni precedenti, si giocavano l’Intercontinentale. Proprio l’Intercontinentale è quella coppa a cui hanno fatto riferimento il capitano e il presidente, con quest’ultimo che ha tenuto a sottolineare come questa sia un’esclusiva della famiglia Moratti, come del resto la Champions League.
La prima Coppa Intercontinentale nerazzurra fu vinta nel 1964 e ci vollero ben tre partite prima che l’Inter avesse ragione dell’Independiente di Avellaneda. All’andata in Argentina i nerazzurri caddero, in un clima di guerriglia, sotto il gol di Rodriguez che portò gli argentini in vantaggio e ai quali il pareggio al Meazza sarebbe bastato per portare a casa il trofeo. Due settimane dopo i nerazzurri risorsero con i gol di Mazzola e Corso ma allora non vi era la regola del gol che vale doppio (che al giorno d’oggi avrebbe consegnato la coppa all’Inter) e perciò si dovette giocare la cosiddetta bella. A Madrid, un campo neutro ma a favore dei sudamericani, col pubblico spagnolo schierato contro Herrera e quell’Inter che batté i blancos nel maggio precedente, i nerazzurri impiegarono ben 110 minuti per piegare gli argentini col gol di Mariolino Corso. Fu il primo trofeo mondiale per la Beneamata.
L’anno dopo l’Inter si presentò da detentrice del trofeo e da Campione d’Europa e d’Italia in carica. I nerazzurri riaffrontarono gli stessi argentini dell’Independiente di Avellaneda. A Milano fu un secco 3-0 con i gol di Peirò e la doppietta di Sandro Mazzola. Al ritorno, sempre in un clima da guerriglia, con l’Inter scortata dalla polizia locale e con Herrera insultato per tutto il tempo, con il coro ‘Herrera, Herrera caballo de carrera’, la squadra di Angelo Moratti contenne gli argentini, sfiorando il gol in contropiede e portò a casa uno 0-0 che valse il secondo titolo intercontinentale. Significativa fu, al rientro dal Sudamerica, l’immagine del presidente Moratti che baciò il capitano Picchi che portava a casa il trofeo.
All’Inter di Massimo Moratti il compito di portare a casa il terzo titolo Mondiale e legare la tradizione di questo trofeo al nome della famiglia Moratti, una famiglia dal DNA nerazzurro.