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Inter-Lipsia, Triplice Fischio - Un passo alla volta verso le prime otto: basta un autogol per tre punti d'oro

di Egle Patanè

Sorride. Sorride ancora l'Inter di Simone Inzaghi che batte anche il Lipsia di Marco Rose e sale a quota 13 punti in classifica. Ritrovati Hakan Calhanoglu e Lautaro Martinez dopo l'assenza di Verona e dopo la sosta per le Nazionali, dove il capitano aveva raccolto soddisfazioni con la sua Argentina, l'allenatore piacentino riparte con una vittoria anche in Europa: battuti anche i tedeschi dopo Stella Rossa, Young Boys e Arsenal. Ma la vittoria lascia qualche riflessione, amaro in bocca, qualche preoccupazione e un interrogativo: perché questa squadra crea, controlla, gestisce, diverte ma non chiude la partita? 

Primo tempo arcigno per la squadra di casa che patisce giropalla e possesso dei tedeschi lasciandosi togliere qualche riferimento che manda in disordine idee e trame di gioco. Il Lipsia gestisce a tratti il pallino del gioco e tenta di costruire una manovra che però non la porta mai a rendersi davvero pericolosa: stroncato ogni tentativo d'incursione verso le parti di Sommer grazie ad un Pavard che entra benissimo in partita e non sembra voler lasciare centimetri all'avversario, ma poi costretto a lasciare il campo per un risentimento ai flessori della coscia sinistra, Bastoni solito muro e De Vrij in versione granitica che non fanno provare mai grandi brividi al compagno svizzero posizionato tra i pali e ai 63.174 mila presenti al Meazza. A far correre un brivido sulla schiena dei tedeschi però è Castello Lukeba, che più che un brivido gela la panchina di Rose, incredulo dinnanzi alla sfortunata svirgolata del suo 23 che sulla punizione di Federico Dimarco rimpalla verso la porta di Gulacsi mandando in vantaggio l'Inter e in estasi San Siro. Sono due gli episodi degni di nota nei primi quarantacinque giri di cronometro: l'autoere del ventunenne francese che mette il tabellino sull'1-0 e l'infortunio di Pavard che appesantisce i pensieri di Inzaghi e degli interisti in attesa di capire la vera entità del risentimento. 

Vantaggio che arriva con un bacio in fronte della dea bendata per i campioni d'Italia ma meritato per le occasioni create che innervosiscono, per ovvi motivi il piacentino scalmanato nell'area tecnica dalla quale con fatica riesce a non uscire. Se è vero che il vantaggio è di un misero gol, peraltro arrivato da autogol, altrettanto vero è che i tiri dei nerazzurri sono almeno 7 nel primo tempo e più che raddoppiati al termine del secondo. Imbrigliato e sacrificato al lavoro sporco, Taremi non trova ancora una volta il gol ma merita un plauso per la prestazione offerta e lascia al 65esimo il posto ad uno scalpitante Marcus Thuram nell'attesa di entrare, e voglia che il 9 della Beneamata non si esime dal mostrare immediatamente. Il Tikus entra e graffia con prontezza la serata facendo subito sussultare la Nord sopra di lui su un cross di Federico Dimarco che manda qualche centimetro troppo in là per permettere però al francese di impattare. Il 'figliol' prodigo di Rose, come lo stesso allenatore dei roten bullen lo ha definito nel pre-gara, dà brio ad una partita che nel secondo tempo ha visto i padroni di casa diventare anche padroni di regia. Il Meazza accenna a divertirsi qualcosa in più rispetto alla prima metà di gioco ed è proprio Thuram che fa aizzare (e aizza) la Nord: ancora intuizione e guizzo del 9 di Inzaghi che parte con tanto di fisico a difendere il pallone di cui si è impossessato e corre verso la porta, servendo quindi Mkhitaryan che sottoscrive un 2-0 che il fischietto portoghese però annulla per un rivedibilissimo fallo del Tikus. Non si va oltre nella fredda Milano tra Inter e Lipsia, dove la squadra di Simone Inzaghi conquista altri tre fondamentali punti e chiude la quinta giornata di Champions League 2024/25 con zero reti subite.

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