.

Inter-Napoli, Triplice Fischio - Il palo e la bandierina: Inzaghi e Conte rispettano la sceneggiatura restando sulle loro posizioni

di Mattia Zangari
Fonte: dall'inviato a San Siro

"Right here, right now". Prima di Inter-Napoli, le casse di San Siro pompano il brano di di Fatboy Slim come a dire che conta il 'qui e l'ora', non le storie dei tanti ex che si intrecciano né il futuro di questo campionato a cui è difficile fare le carte. Non sono dello stesso avviso i tifosi in Curva, che 'accolgono' l'amato-odiato Romelu Lukaku con parole irripetibili prima e dopo il fischio d'inizio. Tutto come da copione, esattamente come la partita preparata da Antonio Conte, ovvero colui che ha creato la creatura mostruosa che a tre anni e mezzo dal 19esimo scudetto si ritrova a dover combattere: squadra corta, compatta coi reparti che formano a seconda della fase di possesso o non possesso moduli diversi. La sfera la maneggia la squadra di casa, ma il primo tiro è degli ospiti: Kvaratskhelia, in isolamento sulla sinistra, punta il suo diretto avversario, converge verso l'interno del campo e costringe Yann Sommer a una parata comoda. L'Inter non sta a guardare e, manipolando lo schieramento avversario, con movimenti collaudati del gioco relazionale di Simone Inzaghi, scopre in Benjamin Pavard l'uomo che può far saltare il banco. Il francese trova un corridoio interessante che gli permette di presentarsi da solo in area per battere a rete, ma il tiro non arriva perché Alessandro Buongiorno fa una scivolata a dir poco provvidenziale. L'Inter cerca la continuità offensiva e Nicolò Barella prova il bis del golazo segnato con l'Atalanta: l'esito non è lo stesso, la palla soffia fuori di poco. Il Napoli risponde colpo su colpo e trova l'episodio che sblocca la partita, da corner: cross in mezzo di Kvara per Di Lorenzo che sfiora appena, poi irrompe Rrahmani che accomoda per l'inserimento decisivo di Mctominay che deve solo spingere in porta. Uno a zero per la puntuale distrazione difensiva di campionato (marcature perse in serie in area da Lautaro e Thuram) dell'Inter. Che però non si scompone e reagisce subito: Thuram sprinta fino ai bordi dell'area napoletana, prima di essere abbattuto da Rrahmani. La punizione successiva è affidata a Calhanoglu, che cura solo la potenza e non la precisione andando a sbattere contro la barriera. L'Inter non molla la presa e costruisce un'altra palla gol: Barella si allarga sulla destra e mette un cross invitante per Lautaro, che dall'altezza del dischetto liscia anziché spaccare la porta. L'Inter non riesce a sfondare e rischia addirittura al 36' di andare sotto di due: Calhanoglu confonde Lukaku per un compagno e gli apre le porte per la ripartenza, Che il belga conduce bene e rifinisce anche meglio per Kvara, solo un intervento disperato in scivolata do Francesco Acerbi evita il peggio ai campioni d'Italia. Al 40', un fuoriprogramma, che ormai non è più tale da queste parti: visto che gli attaccanti non riescono a incidere, Acerbi va ad aggiungersi alla ThuLa in area per ricevere il bel suggerimento di Barella e calciare verso la porta di prima: respinge con i piedi Meret. Che sulla bordata di Calhanoglu dalla distanza non riesce a mettere la mano solida per parare. Uno a uno all'intervallo: giusto.

La ripresa comincia senza cambi e la sceneggiatura rimane pressoché la stessa. Le occasioni non tardano ad arrivare, al 52' l'Inter ne conta già due: prima è Lautaro che rifiuta un invito di Dumfries, andandosi a incastrare in un colpo di tacco improbabile dalla riga di fondo, poi è Dimarco che scheggia il palo con una rasoiata dal limite dell'area. Conte, visti i rischi anche corsi da Gilmour in mezzo al campo, decide che è arrivato il momento di far entrare Stanislav Lobotka, recuperato dopo l'infortunio. I ritmi si abbassano leggermente, complice la stanchezza diffusa, ma la sensazione è che la sorpresa sia dietro l'angolo. Dimarco fiuta la possibilità del 2-1, calcia di prima un pallone lavorato da Thuram in area scontrandosi contro la parata di Meret. Il colpo di scena, alla fine, arriva al 72', anzi ne arrivano due: Dumfries va a procacciarsi un rigore tra le ingenuità assortite di Lobotka e Anguissa. Rigore che Calhanoglu fallisce clamorosamente, considerando lo score di 19 penalty di fila realizzati con la maglia della Beneamata prima di stasera. Al 77', Conte opera un altro cambio, annunciato prima dai tifosi che dallo speaker: la bordata di fischi accompagna Lukaku all'uscita, entra Simeone. Per il rush finale, Inzaghi manda in campo Taremi, Darmian e Zielinski richiamando in panchina Thuram, Dimarco e Calhanoglu. Conte risponde togliendo uno sfiancato Politano per Ngonge. In campo succede poco, continua la passerella dei cambi: Inzaghi li esaurisce mettendo De Vrij e Arnautovic per Bastoni e Lautaro. Si arriva poco prima del triplice fischio con l'ultimo brivido che scorre sulla schiena della maggior parte dei presenti: Simeone manda alto di poco un pallone ghiotto vicino all'area piccola. Uno a uno, le squadre rimangono sulle loro posizioni: i campioni d'Italia e la capolista mantengono il loro status di pretendenti più credibili per la vittoria dello scudetto. 

ACQUISTA QUI I PRODOTTI UFFICIALI INTER!


Altre notizie