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L'intelligenza calcistica di De Vrij: "Qualcosa che mi viene naturale. Però in Italia l'ho sviluppata molto"

di Christian Liotta

Stefan de Vrij è conosciuto universalmente come un giocatore molto intelligente, in grado di leggere in anticipo gli sviluppi di un'azione. Ma da dove nasce questa dote? Prova a spiegarlo lo stesso difensore olandese ai microfono di Trouw: “Mi viene naturale, credo. Fin da piccolo mi trovavo spesso in una buona posizione. Ma l’ho sviluppato ulteriormente anche in Italia, attraverso tante gare e tanti allenamenti. È questione di ripetere molto, questo aiuta. E guardare le immagini e ripetere quello che vedi. Poi lo vedrete sempre più velocemente sul campo”.

Questo aspetto cognitivo del calcio a volte viene sottovalutato, pensa De Vrij: "Una partita dura 90 minuti, ma tu da giocatore quanto tempo hai realmente la palla? Forse 1 minuto insieme? Il resto del tempo dipende da come sei posizionato, qual è la posizione del tuo corpo. La gente vede sempre cosa succede sulla palla, ma conta anche il resto”. Per il difensore dell'Inter c'è ora di fronte Euro 2024, torneo dove punta ad avere più spazio dopo essere rimasto ai margini nell'ultimo Mondiale: "Non è stato facile, ma facevo parte di un gruppo che voleva ottenere qualcosa. Ho sempre dato tutto durante gli allenamenti, del tipo: se è necessario, ci sono. Mi sento bene e in forma. Le mie sensazioni dicono che sto facendo bene, anche in allenamento. Ma bene ha fatto anche Matthijs de Ligt. Vedremo".

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