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Lippi: "Conte-Agnelli, screzi del passato. Calcio in Cina ridimensionato fino a fine pandemia"

di Redazione FcInterNews.it

Marcello Lippi è uno degli ospiti intervenuti questa mattina ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, il giorno dopo la giornata che ha consegnato la vetta all'Inter. "Da questo campionato c'è da aspettarsi di tutto - dice l'ex c.t. -. E' cominciato in maniera anomala, come è finito quello passato, con squadre costrette a fare verifiche durante il campionato. C'erano i presupposti per vedere delle incertezze. Adesso tra i 50 punti dell'Inter e i possibili 43 del Napoli o 45 della Juventus a seconda di come andrà lo scontro diretto, direi che ci sono quelle che possono vincere lo scudetto. L'Atalanta? Dieci punti di ritardo sono un po' tanti. Ho lasciato fuori anche la Lazio. L'Inter, fuori dalla Coppa Italia e dai tornei internazionali, è avvantaggiata ed è già una squadra importante".

La differenza, secondo Lippi, la faranno comunque i grandi giocatori. "Le tre o quattro squadre che hanno campioni come Lukaku, Ibrahimovic o Ronaldo hanno più possibilità di stare al vertice perché questi giocatori fanno la differenza". I nerazzurri stanno ritrovando anche un altro grande nome, Christian Eriksen. "Conte prova, varia, verifica, è difficile che scelga una squadra che non gli dà fiducia come interdizione, aggressività. Eriksen ha tecnica superiore e si vede che in questa gara era adatta. Può essere un soluzione anche perché offre delle opportunità sui piazzati", dice ancora Lippi.

L'ex selezionatore interviene anche su due temi di grande attualità in casa Inter: lo screzio Conte-Agnelli e la situazione del calcio in Cina. "Quando si è in campo a giocare una gara così c'è uno stato d'animo di grande tensione, può capitare scappi una parola o un gesto sbagliato. Mi sembra evidente ci siano screzi derivanti dal passato. La Cina? In questo periodo c'è un'occidentalizzazione un po' troppo accentuata che non piace molto al governo. C'è un ridimensionamento, se non altro fino a che non sarà risolto completamente il problema del Covid. Non vedono molto di buon occhio i grandi ingaggi dati dagli imprenditori nel resto del mondo e non c'è stato certo un grande progresso nel calcio nazionale".

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