Maicon: "Il Triplete vuol dire storia. Mourinho speciale mentalmente"
Sarà l'ex difensore dell'Inter Douglas Maicon il protagonista della nuova puntata del format di Sky Sport 'I Signori del Calcio', puntata che andrà in onda domani alle 19.15. Il Colosso, tra i grandi protagonisti della storia recente dell'Inter, parla dell'apogeo della sua esperienza nerazzurra, la conquista della Champions League a completamento del Triplete del 2010: "Per me sicuramente il momento più importante di quella Champions è stato a Kiev, contro la Dinamo. Perché lì abbiamo cambiato la nostra stagione […] Poi con il Barcellona: mi ricordo bene quando Thiago Motta è stato espulso, abbiamo parlato fra me Lucio, Samuel, Chivu e Zanetti, e ci siamo detti: “Ragazzi adesso dobbiamo dimostrare il nostro lavoro in difesa, perché oggi dobbiamo far vedere cosa facciamo in allenamento”. E così è stato, abbiamo difeso bene, perché Samuel Eto’o faceva il terzino sinistro, Goran Pandev faceva il terzino destro. A noi serviva difendere. Quindi è andata bene. n quel momento per la gente è facile pensare che dopo che passi con il Barcellona prendi il Bayern Monaco e vinci. Ma non è così, era una partita difficile, l’abbiamo affrontata nel migliori dei modi ed è andata bene alla fine perché abbiamo fatto una partita secondo me perfetta. È difficile vincere il Triplete. Però sono dei bei ricordi, perché quando arrivi a fare una cosa del genere in una società come l’Inter, sicuramente rimarrai nella storia per sempre".
Artefice di quel trionfo fu José Mourinho, del quale Maicon parla così: "Lui è stato corretto con tutti, ha detto quello che voleva dai giocatori, e tutti hanno capito subito che personaggio era. Quando è arrivato lui è iniziato il momento che il Presidente voleva, quello di vincere una competizione importante. Quando lui è arrivato abbiamo capito subito che quello era il momento. Aveva dato un foglietto ai giocatori e lì diceva tutto quello che voleva da ognuno. Qualcuno ha letto, qualcuno no, e quelli che non hanno letto hanno sbagliato, perché lì c’era tutto. Nel mio modo di pensare, lui è bravissimo a mettere i giocatori in condizione di fare le grandi partite. Mentalmente è proprio speciale".
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