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Malagò: "Confusione e conflittualità, nel calcio si naviga a vista. Ecco cosa c'è da fare per ripartire"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Corriere dello Sport

"Ripartire col calcio? Si sta generando un dibattito estremamente confuso e fortemente divisivo che non può portare a qualcosa di buono". Lo dice Giovanni Malagò, numero uno del Coni, intervistato dal Corriere dello Sport. 

Che succede?  
"Senza voler fare polemica, per carità, io avrei chiuso dentro una stanza la Federcalcio, la Lega di A, l’Assocalciatori, gli allenatori, le televisioni e gli organismi internazionali, Fifa e Uefa, e non li avrei fatti uscire finché non avessero prodotto un documento condiviso. La stessa cosa per B e Lega Pro. Tu cosa sei disposto a lasciare sul tavolo se la stagione non si conclude? E tu, televisione, il 5, il 10, il 15 per cento? Tu, federazione, sei pronta a partecipare a un fondo di solidarietà? E voi, calciatori, a quanta parte dello stipendio rinunciate? Fifa e Uefa, che fate, attingete alle vostre riserve? come contribuite? Ti rendi conto che a tutt’oggi le televisioni che tirano fuori 1 miliardo e quattrocento milioni non hanno nemmeno un pezzo di carta della Lega sulla base del quale sviluppare il tema dell’immediato? Spostiamo avanti di un anno la Melandri? Spalmiamo sulle prossime stagioni? Niente: si procede a vista, per ipotesi, con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità. Gravina lo sento tutti i giorni, ho letto con particolare attenzione la sua intervista a Repubblica, comprendo le difficoltà del momento e capisco che voglia portare a termine la stagione. Parla di luglio, agosto, settembre, ottobre, addirittura della prossima Serie A articolata in due gironi con i playoff e i playout. Quello che manca è un piano preciso, chiaro, praticabile e convincente. Logistica, transportation. Si parla solo di tagli degli stipendi dei calciatori, ovvero si è partiti dalla fine o quasi, di accordi in alto mare, e adesso di un protocollo medico che dovrà passare al vaglio dell’ISS". 
 
La prima fase eventualmente quale sarebbe? 
"La ripresa dell’attività. Banalmente, l’allenamento. Spero che il Governo la autorizzi il prima possibile. Mi auguravo che si potesse già partire dopo Pasqua, poi il 27, ma hanno convenuto che la data giusta sia il 4 maggio. Superfluo sottolineare che è imprescindibile il sacrosanto rispetto dei parametri indicati dai medici, accesso, distanze e altro. È necessario rimettere in moto la macchina atleta che non può restare ferma per troppo tempo a prescindere dalla data dell’impegno agonistico". 
 
La seconda fase?
"Riguarda lo svolgimento delle partite. Mi sembra di essere stato sufficientemente chiaro quando ho elencato i punti di confusione che hanno caratterizzato il mese di marzo e questi primi giorni di aprile. Ci sono in ballo troppi interessi divergenti, chi ha paura di perdere la categoria, chi di rimetterci una montagna di denaro. Siamo gente di mondo, è comprensibile, umano". 

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