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Maldini: "Io positivo, ma ora sto bene. Il calcio doveva fermarsi prima, ma il campionato finirà"

di Redazione FcInterNews.it

Paolo Maldini ha raccontato al Corriere della Sera la sua quarantena da persona affetta da coronavirus. "Sto abbastanza bene. Il peggio è passato. Ho ancora un po’ di tosse. Secca, come sente. Ho perso gusto e olfatto, speriamo tornino. È stata come un’influenza un po’ più brutta. Ma non è una normale influenza. Conosco il mio corpo. Un atleta conosce se stesso. I dolori sono particolarmente forti. È un virus nuovo. Il fisico combatte contro un nemico che non conosce", le parole pronunciate dal dirigente rossonero.

"Il calcio doveva fermarsi prima? Sì - risponde Maldini - Già giocare a porte chiuse è una violenza, per i tifosi e per i calciatori. Giocare a porte aperte Liverpool-Atletico, con 4mila tifosi madrileni sugli spalti, quando già si sapeva che Madrid era un focolaio, è stata una follia. Quando si è giocata Atalanta-Valencia l’allarme non era ancora scattato, ma ora sappiamo che quella serata è una delle cause del focolaio di Bergamo. Quando ripartirà il calcio? Un finale di campionato ci deve essere, e ci sarà. Ma quando non possiamo dirlo ora. Capisco che per la gente sarebbe uno svago prezioso. Ma nel calcio è impossibile non soltanto giocare, ma pure allenarsi senza contatto. E poi è giusto mettere tutte le squadre sullo stesso piano. Alcune, come la Sampdoria, sono più colpite. Sono positivi alcuni tra i giocatori più rappresentativi della Juve. Non dobbiamo avere fretta. Non ci si rimette in due giorni da questo virus. Tutti i calciatori devono avere il tempo di riprendersi e allenarsi. Prima di tornare a giocare saranno necessarie almeno due settimane di preparazione».

Poi un pensiero alla città di Milano. "Tornerà a volare. Ripartire è nella sua natura. Ma passata l’emergenza verrà un momento durissimo. L’economia, le piccole imprese saranno semidistrutte. La politica deve fare molto di più. Deve rassicurare la gente. Non amo Trump; però ha capito che bisogna tranquillizzare gli americani, garantendo una buona parte dello stipendio. Un conto è stare chiuso in casa sapendo che avrai di che vivere; ma stare chiuso in casa senza certezze crea un’angoscia insopportabile. Lo Stato, il governo deve capire questo. E dare segno di aver capito, prima possibile".


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