Maresca racconta il suo Inter-Roma: "Atmosfera particolare, anche io stavo preparando il match"
Fonte: TVPlay
Ospite speciale delle celebrazioni per il centenario della sezione AIA di Napoli, Fabio Maresca si è fermato a parlare coi cronisti presenti tornando sulle sensazioni vissute domenica a San Siro, dove ha diretto la sfida tra Inter e Roma: "Non solo c’era un’atmosfera particolare intorno alla partita ma stavo preparando anche questo evento. Noi siamo delle persone che come tutti vivono delle emozioni e hanno degli impegni al di fuori del terreno di gioco. Una volta mi è capitato di arbitrare sapendo che mia moglie in passato avesse delle contrazioni, ovviamente in quel momento c’è solo la partita se uno decide di farla. In questi casi la preparazione fisica non è un fattore decisivo perché quella l’ha già costruita nel corso degli anni ma la cosa più importante è la tenuta mentale”.
Maresca si è detto poi favorevole al confronto pubblico per i direttori di gara davanti alle televisioni: "Credo che questo in futuro possa avvenire. Dobbiamo sempre tenere conto che le vicende legate alle partite devono sempre passare attraverso il comunicato del Giudice Sportivo. In passato è stato fatto qualche esperimento pilota ma questa apertura verso i media trova la nostra totale disponibilità perché quando un errore viene spiegato e descritto noi siamo i primi consapevoli e i critici più feroci di noi stessi. Io personalmente, ma sono sicuro che la cosa varrà anche per i miei colleghi, non avrei nessun problema a mostrare le immagini delle mie gare e a spiegare ai ragazzi giovani quale motivo mi ha spinto a commettere quell’errore e come cercherò di non farlo in futuro. La nostra carriera si fonde su questo principio”.
In conclusione, l'arbitro partenopeo ha parlato della gestione delle proteste dalle panchine: “La gestione delle panchine in Serie A e in certi livelli è un elemento in più da gestire, oggi è complicato perché i giocatori in panchina sono 12 a differenza di anni fa. Questo fa si che ci siano tante persone ad essere controllate. So bene che un allenatore vive un momento dentro di sé dal punto di vista emozionale che vorrebbero scendere in campo anziché seguire la squadra all’esterno. Ovviamente i comportamenti che superano i limiti vanno sanzionati. Ma vi posso garantire che l’ultimo obiettivo di un arbitro è ammonire o espellere un allenatore”.
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