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Marotta a SM: "Juve-Inter rinviata, motivi ancora non chiari. Aspettiamo mercoledì"

di Egle Patanè

Beppe Marotta è intervenuto anche ai microfoni di Pressing, su Rete 4, dove ha espresso la sua fiducia nei confronti dell'assemblea che si terrà il prossimo mercoledì a Roma con i vertici del calcio italiano per cercare di fronteggiare la problematica non indifferente dell'affollamento di impegni in agenda, sorta con lo slittamento di alcune gare.  

Le è passata la rabbia?
"Devo dire che è passata l'amarezza per quello che è successo, per come si è arrivati a questa decisione repentina e credo che l'amarezza non sia soltanto dei dirigenti e dei tifosi dell'Inter ma delle squadre, di tutti i tifosi e i dirigenti coinvolti. È normale che ci sia inquietudine e amarezza". 

L'ipotesi di giocare Juventus-Inter lunedì 9 a porte aperte come la valuta?
"L'intervento di Malagò è sicuramente volto a mettere chiarezza in un momento caotico del campionato. Noi dopo la decisione improvvida abbiamo chiesto la convocazione di un Consiglio, che è avvenuto nella giornata odierna in maniera informale, nel corso del quale abbiamo chiesto di convocare un'Assemblea nel corso della quale la Lega possa proporre delle soluzioni, più ipotesi. Quella di Malagò è un'ipotesi che valuteremo come le altre. È giusto che la Lega e il Consiglio prendano una decisione proprio perché il campionato deve andare avanti con massima regolarità". 

Cosa è successo tra la decisione di giocare a porte chiuse e quella di rinviare?
"La cronologia dei fatti è semplicissima, nella giornata di giovedì la Lega ha chiesto al Governo la possibilità di usare lo strumento delle partite a porte chiuse proprio per cercare di dare seguito al campionato con il criterio di regolarità. Giovedì la Lega ha emanato un comunicato con cui ha confermato la disputa di partite a porte chiuse, quindi le società si sono organizzate per questo tipo di partita. Improvvisamente nella giornata di sabato, senza che nessuno venisse interpellato, è uscito questo comunicato con cui la Lega ha contraddetto tutto quello deciso quarant'otto ore prima. È questo il risentimento dell'Inter, perché se quarant'otto ore prima è stata adottata una strategia che valeva per questa domenica ma anche per le eventuali successive è evidente che questo repentino cambio di marcia ci ha trovati impreparati". 

Hai eluso la domanda... C'è il sospetto che ci siano state delle pressioni o Dal Pino e De Siervo hanno cambiato idea dal nulla? 
"No, non l'ho elusa, non siamo stati informati. Questo devono esplicitarlo loro. C'è stato un cambiamento di decisione, anche se sarebbe stato consuetudine convocare un Consiglio straordinario per arrivare a una decisione di concerto tra tutti, cosa che abbiamo fatto oggi. Quindi le motivazioni sinceramente non le ha spiegate e non le ho ancora capite neppure io, perché se il giovedì è stata vagliata l'idea della partita a porte chiuse, non capisco perché poi abbiamo disatteso quello che è stato chiesto al Governo. E oggi ci troviamo davanti ad una giornata, la prossima, con cinque partite che sulla carta si giocano a porte chiuse".

Quante possibilità ci sono che si giochi il 9 marzo?
"Il nostro interesse è quello di arrivare a un chiarimento quanto prima possibile cosicché si possano preparare le gare in maniera certa, sicura e razionale. Confido molto nella lungimiranza e nella serietà di tutte le società, sono certo che lunedì arriveremo ad un percorso chiaro e definitivo al di là della situazione di emergenza, considerando al primo posto la salute di tutti". 


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