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Martorelli: "Bonaventura, fui chiamato da Ausilio ma Mazzarri fece saltare l'affare. Poi spesero 30 milioni per Gagliardini"

di Daniele Alfieri

Il noto procuratore Giocondo Martorelli è stato ospite in diretta sul canale Twitch di MilanNews.it, a cui ha svelato tante curiosità sull’universo degli agenti e dei procuratori: "Ho iniziato che ero all’Università, facevo Giurisprudenza ma naturalmente avevo grande passione per il calcio. Avevo dei rapporti legati all’ambiente Inter, soprattutto con giocatori giovani, quelli dello scudetto ‘80/81. Si affacciò in prima squadra Beppe Bergomi e da lì nacque un rapporto importante. Poi si consacrò e da lì è iniziata la mia avventura in questo tipo di professione, per 30 anni sono stato il suo procuratore. Penso di aver dimostrato sempre grande correttezza, serietà e deontologia professionale: ne vado fiero. Oggi il mondo è cambiato, i rapporti con i calciatori sono cambiati. 30 o 20 anni fa i rapporti con i calciatori, con una media di 8 su 10, rimanevano duraturi, quasi per tutta la carriera. Ho avuto tanti giocatori con cui ho iniziato un rapporto professionale durante i loro anni in Primavera e si è concluso alla fine della loro carriera, e tutt’oggi abbiamo rapporti interpersonali importantissimi. Oggi è utopia pensare questo, oggi un calciatore medio durante la sua carriera cambia minimo 3 procuratori. Certi rapporti di stima e riconoscenza oggi non esistono più, mi rendo conto che sono cambiati i tempi. Penso che ognuno di noi deve essere bravo a capire i momenti in cui le cose cambiano e magari non condividerle, ma accettarle".

Un retroscena anche sul passaggio di Giacomo Bonaventura al Milan per 7 milioni di euro nell'estate 2014: "È stata la notizia più importante dell’ultima ora di mercato. Nel pomeriggio c’era stato un incontro addirittura con il Verona, ma sia il ragazzo che l’Atalanta declinarono. Nel tardo pomeriggio Ausilio mi chiamò e mi disse che volevano chiudere per Bonaventura. Eravamo lì con la famiglia Percassi e Pierpaolo Marino, sembrava già tutto fatto, tutto a posto. Avevamo parlato anche di compensi e di tutto. Alle 20 mi telefona di nuovo Ausilio e mi fa capire che Mazzarri non era molto d’accordo nel portare in rosa un altro giocatore. Doveva andare via Guarin ma era saltato l’affare. Mazzarri non voleva mettere in rosa altri giocatori che potessero creargli problemi con le scelte. A quel punto si inserì Galliani con grande volontà e decisione, ci disse di andare subito in sede e che avrebbero fatto subito l’operazione. Verso le 21 andammo nella sede del Milan con la macchina del presidente Percassi io, Marino e Bonaventura. Fummo accolti benissimo, con grande disponibilità. Trovammo l’accordo facilmente. Per un ragazzo di quell’età arrivare in un club così importante e prestigioso era un’opportunità straordinaria, stava coronando un sogno. È stato un momento molto bello. Al Milan è andata bene (ride, ndr). Anche per l’esborso economico, fu pagato veramente poco. Dopo pochi mesi il mercato cambiò del tutto, mi ricordo che dopo pochi mesi, durante il mercato di gennaio, Gagliardini fu trasferito all’Inter per circa 25-30 milioni di euro dopo sole 10 presenze in Serie A. Ci fu un incremento dei costi sproporzionato".


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Mercoledì 6 novembre