Milito: "Lautaro-Inter, ecco come è nato l'affare. Io decisivo l'anno del Triplete? Senza Mourinho non avremmo vinto tutto"
Diego Milito è il superospite della 'Bobo Tv', in onda nel classico appuntamento del lunedì sul canale Twitch di Christian Vieri. Le parole del Principe:
L'amore per il Racing.
"Ho sempre avuto in testa di tornare, di ridare quello che il club mi aveva dato. Sono tifoso del Racing, sono cresciuto lì e ho avuto la fortuna di vincere il campionato dopo 35 anni di astinenza, nel 2001. Ci prendevano in giro, immagina che momento era: un'emozione mai provata in vita mia, allucinante. Fu persino sospeso il campionato in quell'anno, i tifosi andarono dal presidente dell'Argentina per dire di giocare l'ultima giornata. A noi bastava un punto, eravamo davanti al River: giocammo solo noi e loro, pareggiammo e vincemmo il titolo. Una sofferenza unica fino all'ultima. Poi io sono venuto in Europa e tornato 13 anni dopo e rivinto il campionato".
Ci racconti Bielsa?
"E' il migliore, l'ho avuto in Nazionale e mi spiace non averlo avuto in un club. Mi ha convocato per primo, da lui ho imparato tanto: è straordinario come ti fa a capire le cose. Ti dice quello che sei capace di fare. Ho un aneddoto su di lui: era innamorato di me, vedeva cose di me che io non vedevo. Quando giocavo con Crespo mi sentivo meno forte di lui, una volta mi chiama e mi dice 'lei sa perché è qua? Lei ha cose di Saviola, Crespo e Batistuta... E' lei che non è convinto di averle, non crede in se stesso'. E aveva ragione".
Domanda di Cassano: "nei derby di Genova dicevo ai miei compagni della Samp di marcare Milito".
"Ti confesso una cosa: la partita di andata ce l'hai fatta vincere tu. In settimana hai parlato, dicesti che eravamo pallidi quando incontravamo la Samp. La domenica ti abbiamo aspettato (ride, ndr), eravamo delle iene. Il Genoa era una grande squadra, allenata da un grande allenatore come Gasperini, un fenomeno che meriterebbe una big. Da lui ho imparato tantissimo, poi ha coraggio e le sue squadre non si sentono inferiori a nessuno. Quello che sta facendo all'Atalanta è da togliersi il cappello. Con lui ti alleni forte, arriva alla partita che sai tutto: si lavora tanto in settimana".
Ci parli di Mourinho e del 2010?
"L'anno che tutti i calciatori sognano, un anno magico con una squadra straordinaria fatta di campioni e un allenatore top. Senza José non avremmo vinto tutto, è stato un allenatore fondamentale: riesce a tirare fuori il meglio da ogni calciatore. Sa gestire ogni momento come nessuno, e a certi livelli è importante. E' il migliore nel gestire i campioni, non è per tutti".
Il Triplete.
"Ci sono stati momenti importanti che hanno reso il sogno fattibile: il primo è stata la vittoria di Kiev, eravamo quasi fuori dal girone. Poi gli ottavi di finale col Chelsea, quella doppia gara ci ha dato la consapevolezza di essere una squadra che poteva andare oltre le sue possibilità. Dopo il Barcellona, la squadra da battere, il Chelsea era la seconda migliore, infatti durante i sorteggi non lo volevamo. Ricordo che l'Inter era da 4-5 anni che non passava gli ottavi di finale, a Stamford Bridge facemmo una delle migliori partite di quella Champions. Fu preparata benissimo quella partita, dopo il Chelsea capimmo che ce la saremmo giocata. Era un sogno arrivare in finale, avevamo tanti campioni che avevano il desideirio di vincere la coppa. Era il nostro anno, si sono allineati i pianeti".
Segnasti tutti i gol decisivi nel 2010, l'allenatore conta fino a un certo punto...
"No, no, l'allenatore è importante perché ci sono momenti di difficoltà dove serve gestire".
La vera finale fu la semifinale con il Barcellona.
"Era uno squadrone anche il Bayern, eh... Poi sì il Barcellona è stata una delle migliori squadre della storia. Andammo sotto a San Siro, poi non è mai facile portargli via la palla quando passano in vantaggio. Ma facemmo una gara straordinaria segnando 3 gol che ci permisero di andare al Camp Nou più tranquilli".
L'Inter di oggi.
"Sta facendo un buon perocorso, ma davanti c'è un Napoli straordinario: vedo più merito della squadra di Spalletti che demeriti dei nerazzurri, che hanno vinto la Supercoppa, i derby e sono agli ottavi di Champions. Lo scudetto è difficile, ma l'Inter darà battaglia fino alla fine anche in Coppa Italia".
Lukaku cosa deve fare per tornare quello di due anni fa?
"Lavorare sul fisico. Per me è un grandissmo attaccante che ha dato tantissimo all'Inter. Ha avuto difficoltà fisiche, ci ha impiegato un po' a recuperare. Se recupera brillantezza, darà grandi soddisfazioni all'Inter".
Dzeko.
"Io stravedo per Dzeko, mentre Lukaku deve stare bene fisicamente".
Kane ha tanto di te.
"Un giocatore fantastico, a me sono sempre piaciuti i giocatori con queste caratteristiche. Io stravedo per Ronaldo il Fenomeno, è stato l'attaccante più completo di tutti. Poi cito Lewandowski, Henry, Benzema... Giocatori che hanno il gol dentro, ma sono bravi anche a manovrare".
Come è nata la trattativa per portare Lautaro all'Inter?
"Lautaro era già un giocatore segutissimo all'epoca, quando sono arrivato al Racing si era già fatto avanti l'Atletico con un 'offerta che non convinceva il presidente. Poi ho chiamato Zanetti, sapevo che piaceva all'Inter, Ausilio ha preso l'aereo ed è venuto subito. E' stata brava l'Inter, è venuta in Argentina e ci ha fatto l'offerta: è stata velocissima".
Lautaro può arrivare a segnare 30-35 gol?
"Anche 18-20 non sono pochi...".
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