Mou: "In Italia solo l'Inter. E lascerò il Chelsea se..."
"Ovviamente ciò che conta sono i titoli. Il mio DNA non è cambiato, la mia natura non è cambiata". Con queste parole José Mourinho ha voluto spiegare come un eventuale fallimento sulla panchina del Chelsea lo porterebbe inevitabilmente alle dimissioni. "Non mi serve che il club mi dica 'non siamo felici con te, addio'. Sarei io il primo a dire 'ho dato tutto ciò che potevo, ma ho fallito, quindi andiamo avanti entrambi ognuno per la propria via'. La mia sensazione - prosegue lo Special One, impegnato oggi nel debutto di Premier contro l'Hull City - è che i titoli arrivino naturalmente senza ossessione e soltanto con la stabilità raggiunta quando c'è una grande empatia fra i diversi settori del club. Il Chelsea ha bisogno di questo e ora è pronto, io sono pronto. Quando sono venuto qui la prima volta, desideravo ancora muovermi e provare a vincere altri campionati per migliorarmi, andando a vivere il calcio in altri Paesi, ma adesso non mi vedo in Spagna ad allenare un altro club né mi vedo in Italia ad allenare un altro club che non sia l'Inter", le parole di Mourinho che escludono un ritorno in Liga aprendo invece ancora una volta a un suo possibile ritorno in nerazzurro.
Il portoghese ancora aggiunge: "Oggi non mi vedo in altri campionati perché ho un legame con il Chelsea. Ho un lungo contratto e spero che alla fine entrambi possiamo essere soddisfatti". Qualunque sia la panchina, è sempre lo stesso Mou, anche in un suo piccolo rito prima del calcio d'inizio: "Da quando mio figlio è cresciuto ed è venuto a vedere ogni partita, lo aspetto giù per un abbraccio. Era così all'Inter e anche al Real Madrid. Non è una superstizione, semplicemente mi fa stare bene". Sul suo record: "Ho passato due stagioni al Porto, zero sconfitte in casa. Tre stagioni e mezza al Chelsea, zero sconfitte in casa. Due all'Inter, zero sconfitte in casa. Ma qualche volta dovrai perdere. Noi faremo tanti punti in casa, ma se perdiamo non è un dramma".