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Obi racconta: "Interista da sempre, ammiravo Deki"

di Christian Liotta
Fonte: Inter Channel

Una vita e una carriera raccolte in 10 scatti: tocca al giovane centrocampista nigeriano Joel Obi essere protagonista della puntata odierna di 'Click' su Inter Channel. Ecco i suoi racconti:

LAGOS E LA NIGERIA - "Ho vissuto poco a Lagos, ma è fantastica, c'è traffico ma si sta bene. La Nigeria per me è un Paese da visitare, io ci torno quando vado a giocare con la Nazionale e mi diverto. Anche se i primi calci non li ho dati con gli amici per strada...".

LA VALIGIA PER L'ITALIA - "Sono venuto qui con la famiglia ma non per giocare a calcio. Ho iniziato dopo due anni che sono arrivato, a Parma. Arrivare in Italia è stato un cambio importante specie per la cultura; in Nigeria vivevo cose di un certo tipo e in Italia ne ho affrontate diverse, è stato un cambio importante. Ricordi di Parma? Quando posso, sto con gli amici con cui sono cresciuto, poi capisco anche il dialetto... Devo dire però che non sono una buona forchetta, e preferisco la cucina nigeriana".

LA CHIAMATA DELL'INTER - "Quando giocavo nel Parma andai a giocare il Trofeo Scirea, e mi ritrovai contro l'Inter. Fu lui che mi videro e mi proposero questa opportunità. Ero interista quando ero a Parma, per cui ho accettato subito. Quando ero a Parma il mio idolo era Stankovic, guardavo sempre le sue giocate".

IL TITOLO ALLIEVI 2008 - "Una vittoria importante, perché eravamo molto uniti e siamo riusciti a vincere tante cose. Ci sentiamo tutt'ora, anche perché penso che l'unione fuori dal calcio conti". 

LA PRIMAVERA - "Siamo andati avanti in tanti da quella squadra. Con Esposito avevo un rapporto sincero, con lui parlavo molto, e anche coi compagni avevo un rapporto splendido anche se in tre anni ne sono arrivati tanti di compagni". Parlando dei suoi compagni aggiunge: "Destro è molto timido, quando usciamo fatica a parlare, diventa rosso. Difetti? E' un po' tirchio, adesso magari è cambiato un po', ma prima... Rigione è molto simpatico, ama scherzare, è un bravo ragazzo".

ECCO LA PRIMA SQUADRA - "La prima chiamata in prima squadra? Ero contentissimo, è il sogno di tutti del resto. Quando ho avuto quest'occasione ero felicissimo e non vedevo l'ora di dare tutto me stesso. La mia famiglia mi ha raccomandato di essere sempre umile e calmo; mia madre, poi, non guarda le partite dal vivo, i miei genitori in generale non dicono nulla delle partite, anche perché se criticano ci resto male...".

MORATTI - "Conoscere il presidente vuol dire che a un buon punto sei arrivato. Ero felicissimo, ho capito lì che il sogno si stava realizzando e allora ci ho dato dentro perché non potevo perdere un'occasione simile".

IL DEBUTTO IN CHAMPIONS - "Aspettavo da tanto tempo ed ero strafelice, e poi in Champions... So che non è facile, per cui ero contento. Prima di entrare ero molto emozionato, poi i miei compagni mi han dato fiducia. Il Meazza visto dal campo, con tutto il mondo che ti guarda, all'inizio ti fa un po' paura, poi quando sei lì non ci pensi più".

BERNAZZANI (Suo tecnico negli Allievi) - "E' un mister buono, ogni tanto scherzavamo sopra con dei compagni che lo imitavano, ma è tranquillo e dotato nel suo lavoro. Ci dà molti consigli, dice a noi giovani dove possiamo migliorare, ci aiuta tanto". Parlando di allenamenti, cosa ha rubato Obi da Stankovic? "Mah, io da lui sto imparando i tempi di gioco, sapere già le giocate senza guardare".

IL MONDIALE PER CLUB - "Ci tenevo a fare la foto col trofeo. Ricordo che fu una finale strana, non difficilissima, è andato tutto come doveva. Speriamo sia la prima di tante coppe da alzare".

 

 


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