Pagliuca: "Inter, dopo Zenga dovevo dimostrare che non ero uno qualsiasi"
Secondo appuntamento con 'Inter Calling', il nuovo format di Inter TV che ogni settimana dà spazio a una coppia di ex nerazzurri. Ospite della puntata di oggi, oltre a Fabio Galante, è Gianluca Pagliuca che comincia il suo racconto partendo dalla finale di Coppa Uefa vinta con la Lazio nel 1998: "È una partita che avrò visto 30 volte, quindi ormai la so a memoria, però visto che abbiamo vinto la riguardo sempre volentieri, poi l’immagine finale di quando alziamo la Coppa è un ricordo indelebile. In quel cammino abbiamo rimontato con il Lione dopo aver perso 2-1 in casa, poi con lo Strasburgo e in finale avevamo la sensazione di vincere. Avevamo tanta fame e voglia di conquistare qualcosa di importante, c’era una grande determinazione, anche perché l’anno prima avevamo perso contro lo Schalke 04 quindi la voglia di alzare questo trofeo era incredibile, infatti non c’è stata storia".
Pagliuca, poi, ricorda il suo arrivo in nerazzurro: "Ero portiere titolare della Nazionale, ma comunque il primo periodo non è stato facilissimo perché Zenga non è stato solo un calciatore ma una bandiera. Questa cosa però mi ha dato la forza di dimostrare che non stava arrivando uno qualsiasi ma un altro portiere forte e penso di aver dimostrato di poter dire la mia con la maglia dell’Inter".
Tanti gli aneddoti legati ai compagni di squadra contenuti nella mente di Pagliuca: "Fabio Galante era in camera con Fresi, io con Taribo West. Il mister dormiva di fianco a noi e a volte andavo a lamentarmi perché ad ogni ora della notte faceva qualsiasi cosa, telefonava, faceva rumore e io volevo dormire. Ronaldo era forte, aveva delle qualità incredibili, Simeone parlava solo di calcio, era già un “allenatore” in campo. All’inizio non è stato facile neanche per lui, poi grazie alla sua testardaggine ha portato tutti dalla sua parte, anche quella doppietta nel Derby di Milano è servita”.