.

Palacio: "Cassano e Yuto, che pazzi! Su Sneijder..."

di Christian Liotta

Anche Rodrigo Palacio fa il suo bilancio di questa prima parte della stagione con la maglia dell'Inter. Intervistato da La Stampa, l'attaccante comincia dal suo arrivo all'Inter: "Ho penato abbastanza. In realtà il primo contatto ci fu un anno e mezzo fa. Era estate, ma il presidente Preziosi non voleva ascoltare nessuna richiesta e adire il vero anch’io stavo bene a Genova". Però poi la situazione è cambiata. "In effetti gli ultimi mesi passati a Genova sono stati un po’ complicati. Il 2012 non è iniziato bene. Facevamo fatica a ottenere risultati decenti, la gente era arrabbiata e lo ero anch’io perché volevo dare di più

Le maglie consegnate a fine gara: "Era tutta la situazione pesante, la storia delle maglie è quella più eclatante. Ogni sconfitta generava tensione. Per fortuna alla fine ci siamo salvati e in parte siamo riusciti a far dimenticare ciò che di brutto era successo". Poi è arrivata l’Inter. "Ed è iniziato il mio sogno. Se avrei preferito essere allenato da Gasperini? Lui è stato il mio maestro e gli sarò sempre grato per ciò che mi ha insegnato, però è giusto che ognuno segua la sua strada. Stramaccioni? È una persona molto intelligente che sa preparare benissimo le partite, si è creato subito un buon feeling. Mi ha colpito la compattezza del nostro spogliatoio. Riusciamo a lavorare senza che nessuno al di fuori sappia cosa stiamo provando. Stramaccioni cura molto i dettagli e tra noi c’è una specie di patto, non riveliamo nessun segreto, compresa la formazione".

L'ambientamento a Milano: "Non è stato difficile. Ho trovato una famiglia argentina pronta ad accogliermi. Milito quando stavo a Genova mi tempestava di telefonate per convincermi a raggiungerlo. Adesso abitiamo nello stesso palazzo e ci vediamo anche dopo l’allenamento. Salto al momento giusto? Beh, non sono certo un ragazzino. Ma avevo comunque bisogno di ambientarmi nel calcio italiano che è molto diverso da quello del mio Paese. Genova è stata una bella palestra". Sul suo impiego: "Come potrei non essere soddisfatto? Ho giocato tanto e non me l’aspettavo. Ho intorno tanti campioni". Dopo l’esperimento in Coppa Italia contro il Verona gli spazi si sono allargati: "Per carità, non ci penso nemmeno a giocare in porta. A mio agio? Sensazione sbagliata. Quando si è fatto male Castellazzi ho guardato i miei compagni per capire cosa stava per succedere. Chivu si è candidato a prendere i guantoni e per un attimo mi sono illuso di averla scampata. Peccato però che Stramaccioni non fosse d’accordo, in porta dovevamo andare io o Alvarez. Ma Ricky si è tirato subito indietro: vai tu,mi ha detto, sei più anziano".

La parata su Carrozza: "Mi costa ancora le prese in giro dei miei compagni. Ricordo soltanto che guardavo in continuazione il tabellone, sono stati quindici minuti interminabili. Gli assist? Diciamo che è meglio fare gol. Quando ero più giovane preferivo servire i compagni, col passare del tempo giocando vicino alla porta ho imparato anche a segnare con regolarità". La convivenza con Cassano: "Procede alla grandissima. Anche perché quando si mette in testa di fare degli scherzi prende di mira soprattutto Nagatomo. Sneijder? E' difficile prendere una posizione. Sono problemi suoi e della società

Immancabile la chiosa finale sul campionato e sulla Juve: "La classifica dice che sono i più forti, ma noi li abbiamo battuti nel loro stadio. È stata la gara perfetta, abbiamo giocato esattamente come l’avevamo preparata. Se vinciamo lo scudetto mi taglio la Trenza? A metà, come fecero i miei compagni del Boca Juniors...", conclude.

Mario Garau - Christian Liotta


Show Player
Altre notizie