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Pallavicino: "Un esterno per l'Inter? Senza grandi occasioni andrei avanti con Luis Henrique"

di Christian Liotta

Carlo Pallavicino, un passato da procuratore di calciatori, protagonista con Giovanni Branchini di alcuni dei trasferimenti più clamorosi nella storia del calcio, come quello che portò Ronaldo all'Inter nell'estate del 1997, parla ai microfoni de La Repubblica delle possibili mosse dei club italiani per il mercato di gennaio, con l'Inter che potrebbe andare a cercare un terzino destro visto lo stop di Denzel Dumfries. In questo senso però Pallavicino è netto: "Se non ci sono grandi occasioni, è meglio lasciar stare. Fossi nei nerazzurri, andrei avanti con Luis Henrique, aspettando Dumfries".

Tra i direttori di oggi in attività, chi è il più abile?
“Il numero uno dal Duemila in poi è senz’altro GIovanni Sartori. Sono bravissimi anche Piero Ausilio, capace di adattarsi alle situazioni e a convivere con diverse presidenze, e Filippo Antonelli, che ha dimostrato quel che vale in Serie B”.

E il più bravo DS di sempre?
“Se dico Allodi e Galliani, non per forza in quest’ordine, non sbaglio di molto”.

Fra i procuratori?
“I più bravi di sempre sono stati Bonetto, Tinti e Berti. Non nomino Branchini solo perché è stato mio socio. Fra i giovani, mi piace Urso. È onesto, e nel nostro mondo non è poco”.

La più bella soddisfazione?
“L’organizzazione della partita Fiorentina-Milan per raccogliere i fondi necessari a costituire la Fondazione Borgonovo. Stefano si presentò al Franchi in carrozzina, spinto da Baggio. Per me era più di un calciatore. Fui il primo ad andarlo a trovare all’ospedale di Niguarda, dopo i parenti. Poi dico la liberazione di Goran Pandev, che non voleva rinnovare con la Lazio e per questo era stato messo fuori rosa. Lo portammo all’Inter”.


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